La polemica

I "poteri forti" di Bergamo snobbano il volontariato (dov'è finito il nostro «cuore grande»?)

La chiusura dell'anno snobbata da vip e autorità. L'amarezza del presidente del Csv: «Forse essere stati Capitale del 2022 ha dato fastidio»

I "poteri forti" di Bergamo snobbano il volontariato (dov'è finito il nostro «cuore grande»?)
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di Luigi de Martino

Le autorità e i vip non c’erano. Lunedì 5 dicembre si è chiuso l’anno di Bergamo Capitale italiana del Volontariato: le assenze eccellenti al Centro Daste hanno generato un vuoto che ha ferito non poco chi per mesi e mesi s’è dato da fare affinché Bergamo fosse all’altezza di questo riconoscimento. Primo fra tutti, Oscar Bianchi, presidente del Csv (Centro servizi volontariato) Bergamo: «Forse - esordisce - la Capitale del volontariato ha dato fastidio a qualcuno».

A chi, presidente?

«Ai poteri forti di Bergamo».

E perché mai?

«Noi siamo arrivati come un fulmine a ciel sereno. E qualcuno ha pensato: stiamo lavorando per la Capitale della Cultura e questi qua spostano l’attenzione, accendendo i fari di tutto il mondo associativo su Bergamo, organizzando eventi e portando migliaia di persone. Evidentemente quel qualcuno avrebbe preferito che le luci fossero puntate tutte sul 2023».

Cos’è che le fa dire questo?

«Lunedì tutto il mondo che conta era all’assemblea di Confindustria, mentre alla chiusura di Bergamo Capitale del Volontariato, dove c’erano le persone che si sporcano le mani nel fango, non c’era nessuno. Unico rappresentante istituzionale, l’assessora Marcella Messina, che ha costruito con noi questo percorso, poi l’Anci e un esponente della Regione, il consigliere Roberto Anelli».

Be’, mi pare un esito prevedibile.

«Dipende da qual è la priorità che uno sceglie nella vita».

Anche l’assessora Messina le dà ragione. Ma messi i puntini sulle i, ricapitoliamo: in Bergamasca un cittadino su dieci fa volontariato. Il 10 per cento, mentre la media nazionale è tra il 4 e il 5. Tanta roba...

«Sì, ma ce ne sono nove che non lo fanno e c’è sempre spazio per intercettarle».

La vignetta di Luca Nosari
La vignetta di Luca Nosari

Molte associazioni necessitano di volontari, ma le risposte non ci sono.

«In realtà ci potrebbero essere, ma scatta quello che io chiamo “innamoramento espulsivo”: alcuni dirigenti storici sono così innamorati della loro associazione che chiunque si avvicini viene ricacciato indietro».

La ricerca fatta dall’università ha mostrato la scarsa partecipazione dei giovani.

«Sono venuti 500 ragazzi da tutta Italia (...)

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