Che confusione!

In Lombardia ancora fermi i richiami con vaccino diverso da AstraZeneca per gli under 60

Gli appuntamenti che erano stati fissati in quest'inizio di settimana sono stati cancellati. Regione, per ora, non dà tempistiche

In Lombardia ancora fermi i richiami con vaccino diverso da AstraZeneca per gli under 60
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In Lombardia, circa 187mila persone stanno attendendo di capire quale sarà il loro destino vaccinale. Tanti sono, infatti, i lombardi con meno di 60 anni che i mesi scorsi hanno ricevuto una prima dose di vaccino anti-Covid AstraZeneca e che ora sono in attesa del richiamo. Richiamo che è stato "bloccato" da Cts e Governo, i quali hanno deciso di vietare la somministrazione del vaccino anglo-svedese a chiunque abbia meno di 60 anni, ai quali andranno invece somministrati Pfizer o Moderna.

Lo stop e la retromarcia di Regione Lombardia

Una decisione non da poco, che costringe a rimodulare completamente la campagna vaccinale. Nella giornata di sabato (12 giugno), Regione Lombardia ha aggiunto confusione alla confusione dando prima notizia del blocco dei richiami per i soggetti under 60 in attesa di seconda dose dopo aver ricevuto la prima con AstraZeneca poiché non aveva ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da Ministero e Aifa, poi facendo retromarcia nel giro di neppure tre ore nel momento in cui l'attesa comunicazione ufficiale da Roma è stata inviata (non si poteva aspettare un attimo a mandare il primo comunicato?).

Appuntamenti cancellati

Tutto pareva dunque essersi sbloccato. Ma nelle ore immediatamente successive, molti dei lombardi coinvolti nella situazione hanno ricevuto degli sms da Regione in cui venivano informati della cancellazione dei rispettivi appuntamenti. Regione ha infatti reso noto di aver deciso di bloccare nuovamente le somministrazioni, cancellando gli appuntamenti già fissati tra sabato 12 e mercoledì 16 giugno, per le secondi dosi. Motivo (comprensibile): la riprogrammazione delle agende e degli appuntamenti.

In attesa di novità

Dei 187mila lombardi under 60 vaccinati in prima dose con AstraZeneca e ora in attesa del richiamo, circa 93mila hanno appuntamento a giugno. Va ricordato che la stragrande maggioranza di queste persone sono rappresentanti del personale scolastico e, dunque, in questo mese alle prese con scrutini ed esami di Stato. Alcuni di loro avevano sfruttato la possibilità concessagli da Regione di cambiare l'appuntamento fissato per il richiamo nel caso in cui concomitante con un impegno di lavoro. E ora si sono visti cancellare l'appuntamento, col rischio (serio) di vedersi fissare un nuovo appuntamento in un giorno per loro problematico. Anche perché, ricordiamolo, le indicazioni tecniche dicono che la seconda dose a chi ha ricevuto il vaccino AstraZeneca va somministrata entro massimo dodici settimane dalla prima. E Regione Lombardia aveva fissato quasi tutti gli appuntamenti per i richiami a dieci settimane circa dalla prima inoculazione.

Sia chiaro, non si tratta di qualcosa di irrisolvibile. Ma è l'ennesimo caso di pessima comunicazione. E le responsabilità, va detto, sono da imputare solo in minima parte a Regione, che sta facendo il possibile per "raddrizzare" la situazione. Però, per ora, tempistiche e informazioni precise non ci sono. La Direzione Welfare ha infatti spiegato al Corriere che i nuovi appuntamenti verranno comunicati il prima possibile, ma non si sa di preciso quando. Bisogna riuscire a incastrare questi appuntamenti (rispettando le tempistiche previste per i richiami) con quelli già fissati da altri per le prime dosi, e il tutto tenendo conto delle dosi di Pfizer e Moderna a disposizione. Non un lavoro semplice.

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