risposta a breve

La Procura di Brescia ha chiesto l'archiviazione per Conte e Speranza nell'inchiesta Covid

La decisione spetterà ora al Tribunale dei ministri. I familiari delle vittime #Sereniesempreuniti: «Questa non è giustizia»

La Procura di Brescia ha chiesto l'archiviazione per Conte e Speranza nell'inchiesta Covid
Pubblicato:
Aggiornato:

I tempi non dovrebbero essere lunghi e se il provvedimento fosse accolto, allora la vicenda sarà chiusa. La Procura di Brescia ha chiesto di archiviare le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Sanità Roberto Speranza nell'indagine sulla gestione della prima fase della pandemia a Bergamo. A firmare il provvedimento sono stati i pm Francesco Prete e Silvio Bonfigli, ma ora la valutazione passa ai giudici del Tribunale dei Ministri, ai quali il fascicolo era stata inviato da Bergamo a marzo.

L'interrogatorio e le acuse

Lo scorso 10 maggio Conte e Speranza sono stati sentiti dai giudici bresciani e durante il loro esame hanno ricostruito, spiegato e chiarito i motivi delle loro decisioni. In particolare, a Conte viene contestata la mancata istituzione di una zona rossa per isolare i comuni di Nembro e Alzano Lombardo e a Speranza la mancata applicazione del piano pandemico che, seppur datato 2006, per la magistratura poteva limitare i danni e salvare parecchie vite. Per loro le accuse sono epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.

«Questa non è giustizia»

Se la richiesta non verrà accolta, il Tribunale passerà da Camera e Senato per l'autorizzazione a procedere. In caso contrario, la questione verrà chiusa e questa ipotesi non fa piacere ai familiari delle vittime del Covid-19 dell'Associazione #Sereniesempreuniti. «Questa non è giustizia, con questa richiesta è stata tradita per l'ennesima volta la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio - tuonano dal gruppo -. Attendiamo la decisione del Tribunale dei Ministri e di capire le motivazioni della richiesta avanzata dalla Procura di Brescia soprattutto a fronte delle evidenze documentali contestualizzate in un'indagine di tre anni espletata in modo approfondito e coraggioso dalla Procura di Bergamo».

 

Seguici sui nostri canali