L'assurda vicenda

La vigilanza non riconosce Zapata e gli vieta l'ingresso in banca: «Questo non è un posto per lei»

Il giocatore stava entrando in una filiale di piazza Matteotti, ma è stato fermato sulla soglia. Il direttore: «Istituto e security sono due cose diverse»

La vigilanza non riconosce Zapata e gli vieta l'ingresso in banca: «Questo non è un posto per lei»
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Che l'abito non faccia il monaco, è un detto che si impara fin da piccoli. Tuttavia, spesso l'apparenza continua a ingannare e così è successo oggi agli addetti alla sicurezza dell'istituto bancario della filiale di piazza Matteotti, a Bergamo, i quali non hanno riconosciuto il giocatore dell'Atalanta Duvan Zapata.

Proprio qui sembra avere inizio la vicenda, che strappa un sorriso, ma invita anche a riflettere e che è stata raccontata dal Corriere Bergamo. L’attaccante, il cui ritorno in campo dopo un lungo stop per infortunio è atteso da molti tifosi, tuta e felpa con cappuccio, si è presentato all'ingresso della banca, ma, prima di poter varcare l'ingresso è stato bloccato dalla sicurezza.

«Dove pensa di andare? Questo non è un posto per lei, vada da un’altra parte», sembrano essere state le parole rivolte al giocatore. Che ha risposto, basito: «Sono Zapata, fatemi entrare». Complici gli abiti sportivi indossati, la sicurezza non gli ha creduto, generando un piccolo parapiglia e confusione, fino a quando l'equivoco è stato risolto.

La banca, pur con tutte le scuse del caso, si smarca da ogni colpa per il disguido. Come il responsabile della filiale, Marco Beri, ha spiegato al Corriere Bergamo, «banca e security sono due cose diverse. Quest’ultima garantisce un servizio di vigilanza in pianta stabile, sia mattina che pomeriggio, in un interspazio tra l’ingresso e la strada».

Tuttavia, Beri non ha fatto a meno di sottolineare: «Quanto alla nostra operatività, generalmente ogni cliente ha un suo personale consulente finanziario con cui si interfaccia previo appuntamento».

Forse, all'agente della sicurezza che non ha riconosciuto Zapata è mancato lo spirito atalantino. O almeno così vogliamo sperare...

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