le motivazioni

Il Comune dice no alla lapide commemorativa per i nove fascisti bergamaschi uccisi nel dopoguerra

Respinta la richiesta avanzata dal consigliere di Fratelli d'Italia Filippo Bianchi di installare una lastra al Cimitero Monumentale

Il Comune dice no alla lapide commemorativa per i nove fascisti bergamaschi uccisi nel dopoguerra
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Il Comune di Bergamo ha respinto la richiesta di installare una lapide commemorativa al Cimitero Monumentale in onore di nove bergamaschi, militanti fascisti della Repubblica Sociale Italiana, uccisi il 30 aprile 1945. La proposta era stata avanzata dal consigliere comunale Filippo Bianchi (Fratelli d'Italia) attraverso un'interpellanza a risposta scritta.

La richiesta

Nell'interpellanza, Bianchi sosteneva che i nove bergamaschi «si consegnavano alle autorità provvisorie locali, rispettando l'ordine rivolto dal Comitato di liberazione nazionale verso gli sconfitti della Repubblica sociale italiana, per mettersi al riparo da rappresaglie» e che, dopo essere passati in Prefettura, «venivano assassinati il 30 aprile 1945 davanti al Cimitero Monumentale di Bergamo».

Il consigliere ha definito questa vicenda «una pagina di quella storia di vendette, di regolamenti di conti ed omicidi che Bergamo non conosce, in quanto censurata», sostenendo che «a distanza di 80 anni è necessario guardare in faccia la realtà» e che «le istituzioni dovrebbero favorire una responsabile pacificazione».

La risposta del Comune

L'assessore ai Servizi Cimiteriali Giacomo Angeloni ha risposto formalmente all'interpellanza, spiegando innanzitutto che «il 25 aprile rappresenta per il nostro Paese non solo la fine della guerra, ma soprattutto la liberazione dal nazifascismo, l'avvio del processo che ha portato alla Costituzione repubblicana dopo due decenni di dittatura fascista».

Per quanto riguarda il merito della richiesta, Angeloni ha dichiarato: «L'Amministrazione comunale ritiene essenziale custodire una memoria pubblica consapevole, ancorata al contesto storico e ai significati condivisi della Repubblica nata dalla Resistenza».

Le motivazioni del rifiuto

Nella sua risposta, l'assessore ha spiegato che gli episodi di violenza verificatisi dopo la Liberazione vanno contestualizzati storicamente, citando lo storico Claudio Pavone sul carattere della violenza post-insurrezionale, quando «l'esasperazione accumulata in venti mesi di guerra civile venne allo scoperto».

L'amministrazione ha chiarito la propria posizione: «Il compito delle istituzioni pubbliche è quello di celebrare e onorare chi ha scelto di opporsi alla dittatura, chi ha combattuto per la libertà, per la giustizia, per una nuova Italia. È a loro che dobbiamo la nostra Costituzione».

Decisione incontrovertibile

Per questi motivi, Angeloni ha concluso confermando che «l'Amministrazione comunale non ritiene opportuno procedere con l'apposizione di una lapide commemorativa presso il Cimitero Monumentale dedicata ai nove, fra fascisti e militi della Repubblica Sociale Italiana, perché si sente erede ed intende coltivare la memoria di chi il fascismo l'ha combattuto e l'ha sconfitto».

In chiusura, una citazione di Vittorio Foa: «Se si parla di morti, va bene. I morti sono morti: rispettiamoli tutti. Ma se si parla di quando erano vivi, erano diversi. Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore. Questa è una differenza capitale».

Commenti
Luca

Giosuè credo che Paolo intendesse dire che tra i partigiani c'erano molti cattolici, quindi i futuri democristiani, ed anche alcuni disertori comunque la decisione del comune di Bergamo è giusta e sensata il 25 è la festa della liberazione cosa c'entrano i repubblichini che fino al giorno prima si opponevano alla liberazione bastava disertare bisogna prendersi le proprie responsabilità

Matteo

Bella la citazione di Foa. Ma proprio con quella citazione l'assessore si dà la zappa sui piedi. Ai 9 in questione non è affatto successo di diventare senatori, ma sono finiti peggio di Foa se avesse vinto il fascismo. Sconfiggere il fascismo e prendere le distanze da esso significa anche condannare le violenze dei vincitori a guerra finita. Uccidere dei prigionieri non è un atto giustificabile meno che meno con "l'esasperazione accumulata".

BL b

Cosa ci si aspettava da questa giunta?

Giosuè

per rispondere a Paolo,i partigiani non erano tutti di sinistra ma sicuramente non erano fascisti....

Fabio

I fascisti li ricordiamo per quelli che hanno fatto da vivi. Meglio dimenticarli da morti.

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