revisionismo storico

Manifestazioni fasciste a Rovetta e Lovere, l'appello dei comitati: «Le autorità le vietino»

Il Coordinamento antifascista del Sebino e delle Valli bergamasche e bresciane, insieme al Comitato antifascista e antirazzista Seriano, ha inviato una lettera a questore, prefetto e sindaci dei due paesi. Per ora non c'è stata alcuna risposta

Manifestazioni fasciste a Rovetta e Lovere, l'appello dei comitati: «Le autorità le vietino»
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Esporre bandiere nere con fasci littori e simboli della Repubblica sociale italiana (Rsi), oppure marciare in modo militaresco cantando inni fascisti non è consentito in Italia. O meglio, dovrebbe essere un comportamento sanzionato dalle autorità, visto che l’apologia di fascismo è un reato.

Tuttavia, a Rovetta e Lovere, da alcuni anni, vanno in scena parate e commemorazioni con un gusto nostalgico per il Ventennio, tra l’altro senza che le istituzioni si esprimano, multino i partecipanti oppure le impediscano.

Per questa ragione il Coordinamento antifascista del Sebino e delle Valli bergamasche e bresciane, insieme al Comitato antifascista e antirazzista Seriano, hanno inviato una lettera all’attenzione dei sindaci dei due paesi, al prefetto e al questore chiedendo che parate di chiara ispirazione fascista non vengano più autorizzate. Un appello sottoscritto da decine di associazioni, realtà politiche e sindacati, ma che per il momento non ha avuto alcuna risposta.

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Gli antefatti

L’anno scorso, il 19 maggio si è svolta nel cimitero di Rovetta una commemorazione «in ricordo dei 43 giovanissimi militi della Tagliamento». Per l’occasione hanno sfilato bandiere nere, tricolori della Rsi. Ma nel campo santo è stata anche celebrata una messa dai connotati fascisti, officiata da un prete scomunicato dal Vaticano, a fianco di una lapide con croce raffigurante immagini e simboli fascisti e sotto la quale, tra l’altro, non è sepolto nessuno.

«Questi accadimenti sono a tutti gli effetti una violenta illegalità che la cittadinanza dovrà subire, ancora una volta, senza potersi opporre come invece prevede la Costituzione – si legge nella lettera inviata a sindaci e forze dell’ordine -. Anche quest’anno si lascerà infangare la memoria di questo Paese che tante ferite ha riportato durante il ventennio fascista? Solo noi cittadini avvertiamo preoccupazione per il preannunciato e tollerato ripetersi di tali reati?».

I due comitati antifascisti non vogliono che si vieti, a chi ne sente la necessità, di recarsi a una lapide per un momento di raccoglimento personale. «Ma è chiaro che qui non si tratta di intimo sentire – sottolineano -, bensì di una manifestazione dai connotati propagandistici fascisti a tutti gli effetti. Così come già amaramente verificatosi pochi giorni fa a Dongo e Milano».

«Facciamo appello al buon senso e al dovere istituzionale che deve garantire ai cittadini la sicurezza di vivere nella legalità – concludono -. Chiediamo alle autorità di adempiere al proprio ufficio istituzionale, negando il permesso per questa iniziativa che sa di pericoloso revisionismo storico e che è tanto in contrasto con gli ideali della Costituzione».

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