La Lega spinge per fornirlo, ma...

L'inutile polemica sul taser a Bergamo: sono gli agenti della Polizia locale a non volerlo

La Polizia di Stato lo usa, i vigili no. La comandante Messina: «Qui servirebbe a poco e può essere pericoloso: sarebbe più utile il bastone distanziatore»

L'inutile polemica sul taser a Bergamo: sono gli agenti della Polizia locale a non volerlo
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di Andrea Rossetti

È uno dei cavalli di battaglia delle minoranze a Palazzo Frizzoni, in particolare della Lega: dotare gli agenti della Polizia locale del taser. Il Carroccio è da tempo che spinge sul tema, trovando però sempre il muro della maggioranza e della Giunta. Recentemente, la posizione degli oppositori s’è rafforzata grazie alla sentenza 126 della Corte Costituzionale, emessa il 6 aprile e le cui motivazioni sono state pubblicate la scorsa settimana: la dotazione dei cosiddetti «dissuasori di stordimento a contatto», più comunemente detti taser e stungun, alla Polizia locale è da considerarsi incostituzionale. Una sentenza che cassa quindi la norma approvata da Regione Lombardia un anno fa e che invece invitava i Comuni a fornire questi strumenti ai propri agenti e che il vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Bergamo, Sergio Gandi, ha così commentato: «Avevamo quindi ragione su tutta la linea a non voler adottare il taser».

Ma la questione è complicata. La sentenza della Suprema Corte, infatti, parla di «dissuasori di stordimento a contatto», quelli che emettono una scossa se “appoggiati” al corpo e che il consigliere regionale bergamasco Alex Galizzi, poche settimane fa, aveva difeso con un video (molto ripreso anche da diverse testate nazionali) che pareva uscito direttamente da un film dei Monty Python e nel quale, per dimostrare l’assoluta sicurezza di questi strumenti, usava un dissuasore su di sé. Come a dire: vedete? Niente di pericoloso (e allora ci si chiede perché insistere tanto per farli avere agli agenti...). Parallelamente, però, non è stato bocciato l’utilizzo di taser che prevedono l’esplosione di dardi che colpiscano a distanza. Tant’è che, a partire da lunedì (30 maggio), la Polizia di Stato di Bergamo ha in dotazione questi strumenti. La Lega cittadina è dunque tornata all’attacco, trovando però nuovamente le porte sbarrate.

«Sinceramente, la differenza tra dissuasori di stordimento a contatto e pistole a impulsi elettrici la vedo molto labile», commenta Gandi. Così come è oggettivamente molto sottile il confine tra arma atta a offendere (come ha definito la Suprema Corte i dissuasori di stordimento a contatto) e strumento di autotutela. Anche per questo il tema non è di semplice definizione. «Al di là della polemica politica, che trovo sinceramente fine a se stessa - continua Gandi -, il “no” a dotare la Polizia locale di questi strumenti non è stato deciso dal sottoscritto, ma dal Consiglio comunale. Ed è basato anche sulle opinioni espresse dagli stessi agenti. In questi anni, ne ho parlato più volte con la Locale e la posizione non è mai cambiata: per ora lasciamo stare. Non chiudo completamente la porta alla possibilità, se la sperimentazione andrà avanti e si dimostrerà che questi strumenti non solo non sono pericolosi, ma sono anche utili, allora prontissimo a cambiare idea. Ma al momento la nostra posizione è chiara».

E a rimarcare la contrarietà all’utilizzo del taser da parte della Polizia locale di Bergamo è proprio la comandante Gabriella Messina. «Confermo quanto affermato dal vicesindaco: siamo noi agenti i primi a volerci andare molto cauti (...)».

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