La terra ha sete

Non è ancora allarme, ma se non piove tanto, presto saranno dolori (forse lunedì...)

La neve è scarsa, i laghi sono sotto il livello stagionale, i fiumi quasi in secca. Più di cinquanta giorni senza acqua

Non è ancora allarme, ma se non piove tanto, presto saranno dolori (forse lunedì...)
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di Wainer Preda

Per adesso non è ancora allarme. Ma il timore è che, senza nuove e copiose precipitazioni, la carenza d’acqua presto diventerà un grosso grosso problema. Anche in Bergamasca. Non piove da settimane. I giorni senza acqua ormai sono più di cinquanta. In montagna la neve è scarsa. I tremila delle Orobie sono spelacchiati. Gli accumuli nevosi sul Pizzo Recastello, Strinato, Torena e Cravel, tutte montagne sopra i 2800 metri, sono irrisori. I laghi sono sotto il livello stagionale. Manca la neve persino nella conca del Barbellino. E il lago è andato sotto di 20 metri rispetto ai 64 con l’invaso massimo.

Il fiume Serio all'altezza di Fiorano

Da quasi quattro mesi il livello dell’acqua del lago d’Iseo è in caduta libera: era 66,9 centimetri sopra lo zero idrometrico l’8 ottobre scorso, nei giorni scorsi è arrivato a 9,2 centimetri sotto il parametro di riferimento. I fiumi sono quasi in secca. Le scorte idriche nel bacino del Brembo sono sotto del 77,5 per cento rispetto alla media del periodo. Quelle dell’Oglio del 66,6. Quelle del Serio del 63,6. Ad Alzano Lombardo puoi andare da una riva all’altra camminando sui sassi. Da sotto i ponti spuntano la fondamenta. Il letto del Serio è una pietraia che si può percorrere a piedi senza bagnarsi le scarpe.

In Lombardia le riserve idriche sono circa la metà della media rilevata nel periodo fra il 2006 e il 2020. Il 46 per cento in meno. L’agricoltura non è ancora in affanno, spiegano da Coldiretti. Ma è evidente che se la situazione dovesse proseguire, con l’estate arriveranno i problemi. Di siccità. Sperano in un’inversione di tendenza, gli agricoltori. Altrimenti saranno guai per la quantità e la qualità dei raccolti. Coldiretti sottolinea che i cambiamenti climatici hanno modificato la distribuzione stagionale e geografica delle precipitazioni. E anche se l’Italia resta un Paese piovoso, con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono ogni anno, purtroppo appena l’11 per cento viene trattenuto.

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