la polemica

Paladina-Villa d'Almè, nuovo attacco alla Provincia: «Scarico di responsabilità inaccettabile»

Il sindaco di San Pellegrino Terme replica nuovamente al presidente della Provincia: «Accuse false e gratuite? Vorremo capire quali»

Paladina-Villa d'Almè, nuovo attacco alla Provincia: «Scarico di responsabilità inaccettabile»
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Non si ferma il botta e risposta tra il sindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi e la Provincia di Bergamo, accusata dal primo cittadino di aver gestito in modo fallimentare il completamento del terzo lotto della tangenziale sud, da Paladina a Villa d’Almè.

Secondo il primo cittadino brembano non si sarebbe ancora arrivati alla progettazione definitiva del tracciato a causa del «disinteresse e della superficialità» mostrate da via Tasso. Al contrario, il presidente Gianfranco Gafforelli ha replicato definendo queste osservazioni «false e gratuite».

Milesi, dal canto suo, ha sottolineato di «non essere alla ricerca di polemiche sterili, ma non dire nulla e considerare normale la disastrosa e confusa gestione della Provincia di quello che dal 2006 avrebbe dovuto essere l’intervento più importante, almeno dal punto di vista economico, significa allontanare ancora di più la realizzazione di un’opera che è decisiva per il futuro di una parte del territorio provinciale».

Uno scarico di responsabilità «scorretto e inaccettabile»

È da quindici anni che la Val Brembana attende la costruzione di questa infrastruttura. Per questa ragione Vittorio Milesi non punta il dito solo contro Gafforelli, ma chiama in causa anche tutti i presidenti che si sono avvicendati in via Tasso dal 2006.

«Se nonostante i finanziamenti messi a disposizione da Anas – osserva il sindaco di San Pellegrino – siamo ancora al nastro di partenza è evidente che bisognerebbe almeno avere il coraggio di farsi un esame di coscienza anziché fare i permalosi e reagire in modo stizzito».

Sindaco che poi definisce il tentativo di Gafforelli di scaricare «su altri (Anas, Ministero delle Infrastrutture, Regione Lombardia) responsabilità proprie è un gioco palesemente scorretto e inaccettabile». Questo perché la convenzione sottoscritta nel 2006 con Anas metteva alla Provincia i compiti della redazione del progetto preliminare, di quello definitivo, dell’appalto e della realizzazione dei lavori, garantendo i relativi finanziamenti.

Il progetto preliminare avrebbe dovuto essere approvato entro 9 mesi dalla data di sottoscrizione dell’accordo (la giunta provinciale lo approvò il 24 gennaio 2008), quello definitivo entro 9 mesi dalla comunicazione dell’avvenuta approvazione del progetto preliminare. «Sono passati tredici anni – evidenzia Milesi – e del progetto definitivo ad oggi non c’è nessuna traccia».

Fondi non sufficienti e ritardi su ritardi

L’atto integrativo sottoscritto nel 2018 prevedeva il versamento da parte di Anas di 2.950.000 euro per la stesura del progetto definitivo del terzo lotto; un importo fisso e non variabile. «Ci chiediamo se è corretto – si domanda Milesi – lasciare intendere che il problema sia la risposta di Anas che ha escluso la possibilità di erogare ulteriori fondi. A noi pare una risposta obbligata, giustificata da impegni e documenti sottoscritti».

La Provincia ha giustificato l’aumento dei costi con la dilatazione dei tempi di progettazione, ma per il sindaco di San Pellegrino anche questo aspetto sarebbe responsabilità dell’immobilismo dimostrato da via Tasso. «Ci piacerebbe capire quali sarebbero le accuse false e gratuite di cui saremmo responsabili», chiosa il primo cittadino.

La Paladina-Villa d’Almè copia della variante di Zogno  

Per il sindaco Milesi la vicenda seguirebbe la falsa riga di quanto avvenuto a suo tempo con la variante di Zogno. «Alla provincia che non è in grado di portare a compimento la realizzazione dell’opera deve subentrare Regione Lombardia che finanzia e completa l’intervento».

Di conseguenza, l’unica via d’uscita secondo Vittorio Milesi è che «il completamento della progettazione definitiva e la realizzazione della Paladina-Villa d’Almè vengano affidati senza ulteriori ritardi e indugi ad Anas».

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