livelli pre-Covid

Papa Giovanni XXIII, l'anno scorso effettuati 147 interventi di trapianto di organi

A questi si aggiungono 109 trapianti di midollo osseo e altri 14 di cornee, per un totale di 270 tra organi e tessuti trapiantati

Papa Giovanni XXIII, l'anno scorso effettuati 147 interventi di trapianto di organi
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L’anno scorso al Papa Giovanni XXIII sono stati effettuati 147 interventi di trapianto di organi solidi. Una netta risalita, pari al 32% in più, rispetto al 2020, anno in cui si era registrato un crollo del 17% nell’attività trapiantologica rispetto al 2019. Inoltre, ai 147 interventi di trapianto di organi solidi si devono aggiungere 109 trapianti di midollo osseo e altri 14 di cornee, per un totale di 270 tra organi e tessuti trapiantati.

Negli ultimi dodici mesi sono cresciuti i trapianti di cuore, 15 in tutto, contro i 10 dell’anno precedente, ma inferiori rispetto alla media dei cinque anni precedenti. «In aggiunta alle difficoltà dovute alla pandemia, per quanto riguarda il trapianto di cuore è in atto da diversi anni nei paesi occidentali una tendenza negativa dovuta all’innalzamento dell’età anagrafica media dei donatori, quindi con possibili patologie dell’apparato cardiovascolare – spiega Amedeo Terzi, responsabile del trapianto di cuore al Papa Giovanni -. Inoltre, il progresso delle terapie mediche cardiologiche nella cura delle cardiopatie posticipa l’inserimento dei pazienti nelle liste d’attesa per il trapianto. Ma non sempre in età avanzata il trapianto risulta praticabile, perché una cardiopatia grave comporta maggiori rischi, che si sommano a quelli legati a possibili comorbidità, prime fra tutte l’arteriosclerosi».

I trapianti di polmone passano dagli 8 del 2020 agli 11 del 2021, mentre superano il livello del 2019 i trapianti di fegato, che salgono da 66 a 77, una crescita sostenuta soprattutto dall’ottimo risultato degli interventi nei pazienti pediatrici, ben 32, che aumentano del 50% rispetto al 2020 rappresentando il “picco” degli ultimi dieci anni. Tornano in linea con gli anni pre-Covid i trapianti di rene, nel complesso 43 (+59% sul 2020).

«Con la pandemia si è ridotto il numero di pazienti che riportano gravi traumi per incidenti a livello cerebrovascolare. Un fenomeno positivo, che di riflesso però comporta una contrazione di potenziali donatori – osserva Michele Colledan, direttore del dipartimento insufficienza d’organo e trapianti dell’ospedale Papa Giovanni -. Il 2021, attraversato da ben tre ondate pandemiche, ci ha costretti a rimodulare di volta in volta l’assetto dei reparti e questo ha creato alcune difficoltà anche all’attività di trapianto. In alcune circostanze, ad esempio, abbiamo dovuto rifiutare l’offerta di organi e rinunciare a eseguire più trapianti in contemporanea per la mancanza di letti in rianimazione, occupati da pazienti Covid. La situazione è molto migliorata con la campagna vaccinale».

Il numero di potenziali donatori nelle terapie intensive resta sostanzialmente sui livelli del 2020, con 36 pazienti deceduti individuati per un totale di 68 organi solidi effettivamente prelevati per essere affidati al Papa Giovanni XXIII o ad altri centri trapianto. Restano stabili anche le opposizioni alla donazione, nel complesso 11, tra quelle espresse direttamente dal paziente mentre è ancora in vita e quelle dei famigliari. Un tasso pari al 30,6% dei potenziali donatori individuati nelle terapie intensive dell’ospedale (il dato medio nazionale lo scorso anno è stato pari al 28,6%).

È positivo pure il bilancio riguardante il prelievo di cornee e di vari altri tipi di tessuti. Sono 492 i tessuti da donazione prelevati nel 2021 e 247 le sacche di sangue cordonale raccolte e consegnate alla Banca del sangue da cordone ombelicale del Policlinico di Milano. Per quest’ultima attività il Papa Giovanni ha ricevuto anche quest’anno la pergamena rilasciata dalla sezione regionale di Adisco, Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale, per la professionalità del personale della sala parto dell’ospedale di Bergamo, che dal 2007 raccoglie il maggior numero di sacche rispetto ai colleghi degli altri centri regionali.

«Anche il 2021 è stato condizionato, anche se in modo meno pressante, dalla pandemia e ciò ha limitato la normale programmazione - aggiunge Elena Buelli, referente delle attività del Coordinamento prelievo e trapianto d’organo -. Una forte limitazione, rispetto agli anni precedenti, si è avuta anche sul fronte delle attività di sensibilizzazione agli studenti».

«Il nostro impegno anche nell’attività di prelievo e nell’attività di trapianto di organi non è venuto meno durante la pandemia – conclude il direttore generale Maria Beatrice Stasi -. È un atto di rispetto per un paziente deceduto e anche nei confronti dei familiari che, con estrema generosità, permettono di dare una speranza a un altro paziente in lista d’attesa. Sapere che gli sforzi dei nostri professionisti hanno offerto anche quest’anno a tante persone una concreta possibilità di cura per gravi patologie è la soddisfazione per noi più grande».

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