la contraddizione

Per la Moratti i medici non sono pochi, ma la Lega (che la sostiene) scende in piazza e ne chiede di più

Il Carroccio promuove una petizione. Carretta (Azione): «Raccolta firme in chiave elettorale sulla pelle di tantissimi cittadini»

Per la Moratti i medici non sono pochi, ma la Lega (che la sostiene) scende in piazza e ne chiede di più
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Da un lato c’è la vicepresidente e assessore al Welfare lombardo Letizia Moratti che, nel tagliare nastri e inaugurare Case di comunità, sostiene come l'attuale carenza dei medici di base sia un problema «apparente», risolvibile «con una migliore organizzazione e razionalizzazione degli orari di lavori dei medici».

Dall’altro c’è la Lega (tra i partiti promotori della recente riforma della sanità lombarda), pronta a riempire nei prossimi fine settimana le piazze di gazebi lanciando una petizione «per chiedere al Governo di aumentare il numero di medici di base in Lombardia». Una contraddizione che non è passata inosservata e che il consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta ha già definito «una raccolta firme in chiave elettorale sulla pelle di tantissimi cittadini, che sin da prima dell’emergenza pandemica lamentavano l’assenza di medicina territoriale voluta dalla maggioranza di Regione Lombardia».

Carretta ha sottolineato la distanza che c’è tra le forze di maggioranza a capo del Pirellone, una divisione talmente forte dal proporre due visioni in antitesi per quel che riguarda la medicina territoriale.

«La vicepresidente Moratti, di Forza Italia, ha detto in più occasioni che i medici di base ci sono, ma che lavorano troppo poco e la Lega lombarda, oggi, sceglie di scendere in piazza per dire che, invece, non sono abbastanza – mette in evidenza il consigliere regionale -. Delle due l’una, anche se noi di Azione non condividiamo questo scaricabarile: Regione Lombardia ha scelto di non fare niente per aumentare il numero e i servizi resi dai medici di famiglia, dicendo no alle proposte che abbiamo fatto alla riforma di dicembre».

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