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Piazzale Alpini, polemica continua: «È uno spazio pubblico, non è giusto sia usato così»

Una cittadina sottolinea il problema della chiusura anticipata della cancellata che costringe i residenti a fare il giro intorno

Piazzale Alpini, polemica continua: «È uno spazio pubblico, non è giusto sia usato così»
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di Marta Belotti

«Anche ieri sera (lunedì 9 settembre, ndr) alle sette e mezza, piazzale Alpini era chiuso. Non dovrebbe essere così: chi risiede nella zona è costretto a fare tutto il giro»: è questa la testimonianza di una residente della zona che si dice stanca della gestione della piazza nel cuore di Bergamo, definendola «irrispettosa delle regole e del bando con il quale ne è stata assegnata la gestione».

La problematica è stata evidenziata di recente anche da un'interrogazione presentata qualche giorno fa dalla consigliera di minoranza (FdI) Ida Tentorio all'amministrazione comunale.

Il cartello

Racconta la lettrice: «I gestori della Nxt Station hanno messo un cartello e fatto un post Instagram nei quali spiegavano che il bar e i locali sarebbero stati chiusi a causa del maltempo. Passando mi sono accorta però non solo che le cancellate erano chiuse, ma che all'interno c'era anche gente che ballava, probabilmente stavano provando delle coreografie. Il bando dice chiaramente che quando non ci sono eventi il piazzale dovrebbe restare aperto fino alle 22».

Non è la prima volta

La problematica non è stata rilevata solo nella serata di lunedì, dopo il maltempo di domenica, ma si ripete da inizio estate secondo quando testimoniato dalla cittadina: «Altre volte mi è capitato di vederla chiusa prima dell'orario consentito. E così anche la mattina mi è capitato di trovarla ancora chiusa alle nove e mezza quando dovrebbe aprire invece due ore prima. È una piazza pubblica, quindi non è giusto che loro la usino come vogliono».

 

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Gli altri problemi

L'attenzione su piazzale Alpini è ormai alta da un paio di anni, quando lo spazio riqualificato è diventato luogo di concerti ed eventi. Per i residenti il problema principale resta il rumore, ma a questo si stanno aggiungendo anche nuove problematiche.

Oltre a quella già spiegata, la cittadina aggiunge: «Per dare un'idea della libertà con cui viene gestito il piazzale, basti pensare che, da bando, potrebbero entrare solo quattro macchine, invece ne abbiamo contate fino a otto. In più, l'unica aiuola verde rimasta è recintata ormai da tre settimane. Su un cartello c'è scritto che stanno facendo dei lavori di sistemazione, ma in realtà in tutto questo tempo non si è mai mosso nulla. Il dubbio è che usino le transenne per evitare che qualcuno si sdrai o bivacchi lì, ma così si toglie la possibilità anche ai cittadini di vivere la piazza».

«Meritiamo di più»

Conclude: «In molti ci rispondono chiedendoci se allora la preferivamo prima, ovvero quando era luogo di spaccio e di degrado. Naturalmente no, ma crediamo di poter meritare di più. Alla luce degli ottocentomila euro spesi per la cancellata, pensiamo che si possa fare qualcosa di meglio del chiuderla a discrezione».

Commenti
Marino

Quel recinto verrà comodo quando scenderanno i barbari dell’Arsenal o gli indomiti scozzesi del Celtic.

GSP

*tensostruttura non tensiostruttura

Marcello

Gira che ti rigira, è solo un problema di sorveglianza (personale da dedicare per evitare che quando fa buio il giardino diventi un refugium peccatorum,). Chi si dovrebbe fare carico di quel servizio di sorveglianza? Ci sarà il solito rimbalzo di "competenze" fra gli attori in campo (amministrazione comunale e Nxt). Per contenere i costi, il privato sceglie la soluzione che a lui fa più comodo (chiusura totale). Non conosco i termini dell'accordo fra le parti, ma sono praticamente che nessuno ha voglia di caricarsi addosso la responsabilità della sorveglianza.

GSP

mi spiace ma la piazza chiude alle 18 altro che alle 1930 e da moltissimo tempo anche, sul rumore non spendo una parola perchè siamo esasperati e sul "meglio prima o adesso" è ovvio che la soluzione trovata per combattere il degrado è fallita miseramente, come era prevedibile, e che questo affidamento al privato porta a tutto meno che a dei vantaggi per i cittadini. La cosa sorprendente è che nessuno intervenga per combattere l'inquinamento acustico provocato dalle continue manifestazioni sonore, anche sei in una settima per cinque mesi estivi all'aperto e poi il resto dell'anno dentro la tensiostruttura di "plastica" in barba a ogni legge sulla quiete pubblica e il godimento delle propria abitazione.

Lidia

Molto spesso per conoscere i nostri diritti bisogna davvero fare i salti mortali (in questo caso il bando vinto dal gestore, bando che lascia al gestire molte interpretazioni)…I luoghi pubblici sono di tutti non di pochi privati, hanno sì dei diritti ma anche dei doveri da rispettare. Dovrebbe essere chi ci governa, in primis, a farli rispettare, e non a schierarsi col privato perché gli toglie una o più grane…

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