La Francia rifiuta (di nuovo) l'estradizione del bergamasco ex terrorista Narciso Manenti
Dopo il no di giugno, anche il ricorso è stato respinto dalla Cassazione parigina in nome del rispetto della vita privata e familiare e al diritto a un processo equo
Resterà in Francia il bergamasco Narciso Manenti, 65 anni, che nel ’79 in Città Alta uccise l’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri. Stesso provvedimento anche per gli altri nove ex terroristi rossi degli anni di piombo.
L'estradizione richiesta dall'Italia era stata negata già a giugno dell'anno scorso e oggi, martedì 28 marzo, dopo il rinvio di inizio febbraio, è arrivata la conferma del respingimento del ricorso presentato alla Corte di Cassazione francese.
Rispetto della vita privata e diritto a un processo equo
Il ricorso era stato motivato dalle parole del presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, che aveva commentato: «Quelle persone, coinvolte in reati di sangue, meritano di essere giudicate in Italia». Parole che erano state pronunciate a seguito delle motivazioni date per il no all'estradizione dalla presidente della Chambre de l’Instruction. Quest'ultima si era appellata al rispetto della vita privata e familiare e al diritto a un processo equo, garanzie previste dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Nulla cambia
Il procuratore generale della Corte d’appello di Parigi, Rémy Heitz, aveva quindi presentato un ricorso alla Corte di Cassazione. Non convinto dalle motivazioni della presidente della Chambre d'Instruction, aveva considerato necessario appurare se gli ex terroristi condannati in Italia in contumacia avrebbero beneficiato o meno di un nuovo processo se la Francia li avesse consegnati. La decisione finale è però andata nuovamente in senso opposto.