Rischio integralismo islamico: la Lega chiede controlli a Martinengo e Romano
L’appello del Carroccio a prefetto e questore, ai quali si chiede anche la verifica della provenienza dei fondi per il nuovo centro
«Siamo molto preoccupati per il centro culturale islamico che intendono aprire a Martinengo», hanno dichiarato oggi (mercoledì 20 aprile) i parlamentari bergamaschi Daniele Belotti e Simona Pergreffi, la consigliera regionale Monica Mazzoleni, il sindaco di Martinengo Mario Seghezzi e i consiglieri comunali leghisti di Romano Andrea Nozza, Romualdo Natali, Paolo Patelli e Pierluigi Rossi.
La preoccupazione, spiegano, è dovuta al «legame con il centro culturale islamico di San Paolo d’Argon già noto per il suo radicalismo. A evidenziare tutto questo, per altro, è proprio l’ex presidente dell’Associazione Pace Adil Lachguer, che ha tenuto una preghiera solitaria in silenzio davanti al municipio di Romano di Lombardia per denunciare il rischio di una deriva integralista della locale comunità islamica che, appunto, farà riferimento alla struttura di Martinengo».
Gli esponenti della Lega hanno poi continuato: «Lauchguer, nelle sue dichiarazioni apparse oggi sulla stampa locale, spiega che l’associazione islamica a Martinengo sta ristrutturando un'area direzionale per aprire un centro culturale dove - secondo le sue considerazioni - nella comunità islamica della zona predominerebbe una volontà contraria all’integrazione, con alcune correnti di pensiero che non vogliono il dialogo religioso e interculturale». In passato, il centro culturale islamico di San Paolo d’Argon era stato oggetto di richieste di controllo da parte del Carroccio, visto che era frequentato anche dalla cittadina italiana Maria Giulia “Fatima” Sergio, convertita al fondamentalismo e condannata in via definitiva a 9 anni per terrorismo per aver aderito nel 2014 all’Isis in Siria.
Al prefetto Enrico Ricci e al questore Stanislao Schimera gli esponenti leghisti chiedono di prevedere un costante controllo di intelligence delle realtà musulmane di Martinengo e Romano di Lombardia e che venga stabilito l’obbligo delle prediche in italiano; inoltre viene richiesta una rigorosa verifica sulla provenienza dei fondi a disposizione del centro islamico di Martinengo, per accertare che non siano donazioni di organizzazioni islamiste integraliste, come già verificatosi per l’acquisizione dell’area di via San Fermo a Bergamo.
«Ricordiamo - hanno concluso gli esponenti della Lega - che in Bergamasca persiste da anni un nucleo estremista islamico, come hanno dimostrato in passato le presenze di pericolosi esponenti radicali a livello internazionale come Bilal Bosnic, integralista bosniaco condannato a Sarajevo, Musa Cerantonio, predicatore jihadista italo australiano, Muhammad Hafiz Zulkifal, imam di Zingonia arrestato e poi assolto dalla Corte d’assise di Sassari ma con formula dubitativa e contro cui esistevano "valide fonti di prova relative a una ipotizzata attività di finanziamento, direzione e collegamento con gruppi armati operanti all’estero dediti alla progettazione e attuazione di guerriglia e atti di terrorismo". Per questo motivo chiediamo che non venga abbassata la guardia e si continui a monitorare le attività di questi centri culturali islamici».