Saita sul restauro della Torre dei Caduti: «Si sono ciulati l'oro dell'orologio»
Su Facebook, l'avvocato ha riportato come, finiti i lavori, le lancette e i numeri del quadrante sono diventati grigi. Prima, erano dorati
La promessa è quella di non lanciare una nuova petizione come nel caso della Vedovella, ma l'avvocato Marco Saita sul suo profilo Facebook non si esime dall'usare espressioni tra l'ironico e il canzonatorio per appuntare: «Si sono ciulati l'oro dell'orologio».
La frase si riferisce alla Torre dei Caduti, il cui restauro, iniziato a giugno, si è concluso in questi giorni con qualche tempo di anticipo sulla tabella di marcia che ne prevedeva la fine entro il 4 novembre. La sorpresa, che non è passata inosservata, sta nel colore dei numeri del quadrante dell'orologio. Prima dell'intervento erano dorati, ora sono grigi.
Quel colore ricorda tanto la «tonalità elegante», per usare le parole dell'assessore Valesini, usata per ridipingere la fontana della Vedovella sul Sentierone la scorsa estate. In quel caso, Marco Saita aveva fatto sentire la propria voce sui social, ma non solo, aveva anche lanciato una petizione per farla ridipingere di verde. La richiesta è andata a buon fine, tanto che poi la Vedovella è stata davvero ridipinta con il suo colore originale.
Nonostante la promessa di Saita di non replicare quanto fatto con la Vedovella, nei commenti i cittadini di Bergamo si sono scatenati e alcuni hanno chiesto a gran voce una nuova petizione. Tra i commenti, anche quelli dell'assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla, che spiega come la tinteggiatura dorata fosse successiva. Scrive: «Abbiamo riportato il colore originale, peraltro lo stesso dell'orologio sul viale».
A ben guardate, effettivamente, erano dorate le lancette e numeri della facciata che guarda la stazione, non quelle sul viale. Sul fatto che al momento dell'inaugurazione il colore fosse oro o grigio, le foto d'epoca non aiutano molto. Al massimo possono contribuire a gettare acqua sul fuoco della polemica e scatenare qualche risata, perché, naturalmente, le foto del tempo sono in bianco e nero. Distinguere tra oro e grigio risulta quindi velleitario.