Anagrafe di Bergamo

Si candidano in 1.280 per fare gli assistenti del cittadino per il Comune di Bergamo

Risposta sorprendente al bando di Palazzo Frizzoni. 15 posti, per ora. Aiuteranno a tagliare le code

Si candidano in 1.280 per fare gli assistenti del cittadino per il Comune di Bergamo
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Per attuare la “rivoluzione” dei servizi anagrafici di Bergamo, si sono candidate 1.280 persone. E tutte per poche decine di posti a disposizione. Insomma, c’è particolare richiesta per diventare citizen assistant, ovvero la figura che l’Amministrazione vuol mettere in campo per tagliare le code, le procedure e i tempi di attesa agli sportelli di Palazzo Uffici.

Il Comune di Bergamo aveva pubblicato, per lanciare il bando di assunzione, un breve video, qualche mese fa, sui propri canali di comunicazione: il risultato è stato davvero sorprendente, visto che a Palazzo Frizzoni si stanno valutando candidature ininterrottamente da quasi tre giorni. E in molti si vedranno dire di no, visto che l’Amministrazione inizia con l’assunzione di 10-15 persone: l’obiettivo, però, è quello di costruire una graduatoria dalla quale si possa attingere in futuro per nuove assunzioni. E diverse persone entreranno comunque nel programma di formazione che il Comune di Bergamo ha pensato prima dell’assunzione.

L’obiettivo è quello di consentire al cittadino, che si presenterà al polifunzionale del Comune di Bergamo, di poter svolgere tutti i principali servizi di cui ha bisogno in unico sportello e in un’unica sessione, guidato dal citizen assistant, l’assistente del cittadino, appunto, una figura innovativa e unica che avrà il compito anche di informare e orientare l’utente nei servizi dello Sportello Telematico. «Per raggiungere gli obiettivi del Pnrr - spiega Giacomo Angeloni, assessore all’anagrafe del Comune di Bergamo - servono nuove risorse e nuove competenze: le pubbliche amministrazioni dovranno convincere a salire a bordo i talenti provenienti dalle Università e i migliori giovani provenienti dal privato, traguardo non facile, anche a causa dell’immagine sedimentata negli anni che identifica la nostra pubblica amministrazione con una burocrazia lenta, appiattita su competenze giuridico-amministrative, refrattaria all’innovazione e poco propensa a premiare il merito».

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