Il punto di vista

Togliere i detenuti tossicodipendenti dalle carceri? L'Aga di Pontirolo concorda: «Qui lo facciamo già»

La proposta, nata per risolvere i problemi di sovraffollamento, piace all'Associazione genitori antidroga. Che però avverte: «Serve grande impegno»

Togliere i detenuti tossicodipendenti dalle carceri? L'Aga di Pontirolo concorda: «Qui lo facciamo già»
Pubblicato:
Aggiornato:

L'Aga (Associazione genitori antidroga) di Pontirolo dice sì: spostare parte dei detenuti che hanno problemi di tossicodipendenza dal carcere a strutture e comunità protette dedicate è una buona idea, anche se da applicare con le dovute attenzioni.

La proposta avanzata dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro incontra il parere favorevole di una delle più importanti e strutturate comunità per tossicodipendenti della provincia di Bergamo.

Il presidente: «Noi li accettiamo già da tempo»

Come riportano i colleghi di PrimaTreviglio, Enrico Coppola, presidente di Aga, ricorda: «Noi accettiamo già da tempo nella sua struttura residenziale di Pontirolo detenuti tossicodipendenti. Molte comunità invece non lo fanno per espressa scelta poiché, dietro la loro accettazione della pena alternativa, c’è in molti casi esclusivamente la volontà di evadere dal carcere e non di cambiare vita superando la loro tossicodipendenza. Ma questo non rappresenta un problema insormontabile perché le comunità sono in grado di far emergere nelle persone con dipendenze le giuste motivazioni per smettere di assumere droga».

Possibile svolta contro il sovraffollamento

L'idea va in favore di detenuti stessi, ma arriva anche come possibile, se non soluzione, quantomeno importante svolta al grave problema del sovraffollamento delle carceri. Questione che alla casa circondariale di Bergamo è ben conosciuta e ha portato a casi estremi di aggressioni agli agenti della penitenziaria, notizia delle scorse settimane.

Un impegno in più

La proposta che arriva da Roma non sarebbe così peregrina e, anzi, poggerebbe su esperienze che sono già realtà. Tuttavia, per una corretta applicazione Coppola avverte: «Un detenuto non è una persona "normale" affetta da dipendenza. Richiede un impegno molto superiore: pensiamo solo ai necessari permessi che devono essere richiesti per gli spostamenti. Senza dimenticare poi le difficoltà esistenti per il reinserimento lavorativo che è un momento fondamentale in un percorso di recupero. E anche per ciò servono appositi finanziamenti come un tempo erano già previsti da apposite normative».

Seguici sui nostri canali