Così non va

«Trasporto al collasso», i sindacati vogliono incontrare la politica

Salari bassi, stress e turni per gli autisti; linee in ritardo, mezzi sovraffollati e costi folli per studenti sono le due facce del problema

«Trasporto al collasso», i sindacati vogliono incontrare la politica
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Da un lato ci sono salari bassi, turni senza senso, stress da traffico e utenza non sempre educata; dall'altro linee in ritardo, bus sovraffollati con studenti e lavoratori stipati come sardine, fermate che saltano. La situazione dei trasporti bergamaschi è, da qualsiasi punto di vista la si osservi, quantomeno problematica. I sindacati arrivavo a denunciare che «il sistema di trasporto pubblico bergamasco è vicino al collasso» e chiedono un incontro alla politica del territorio. Di conseguenza, delle assemblee per decidere quali iniziative di protesta intraprendere saranno organizzate in tutte le aziende della provincia.

Al di là di ogni sopportazione

Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uile Faisa Cisal della provincia hanno messo a punto una scaletta di interventi e richieste per  «ridare dignità a lavoro e lavoratori del traporto pubblico, negli ultimi tempi messo “alla berlina” da una gestione aziendale e organizzativa scadente e da atteggiamenti dell’utenza che hanno travalicato la normale possibilità di sopportazione degli autisti».

I sindacati non hanno dubbi nell'indicare i responsabili e le vittime di questa situazione. I segretari delle categorie sindacali del traporto, Marco Sala, Pasquale Salvatore, Giacomo Ricciardi e Marco Peroli sottolineano: «Si lamentano gli autisti, gli studenti, i loro genitori, i pendolari. Quello dell’autista è  un lavoro impegnativo e di responsabilità, per una cifra che si può ottenere anche con lavori meno impegnativi, senza il rischio di essere aggrediti e insultati durante il servizio».

Perché gli autisti sono sempre meno?

Da tempo ormai, le aziende di trasporto della provincia sono alla ricerca di almeno un centinaio di persone, perché, non solo il flusso in uscita di chi va in pensione è continuo, ma a questi si aggiungono coloro che lasciano per cercare un altro lavoro. E sempre meno sono gli autisti nuovi, complice anche una spesa per diventare autisti che può arrivare ai 4500 euro. Talvolta compaiono opportunità che permettono di tagliare i corsi di corsi ed esami di abilitazione, ma spesso si risolvono in buchi nell'acqua o hanno scarso impatto alla luce di un mestiere chiaramente non più attrattivo

I sindacalisti sottolineano: «Che si sappia, se il servizio non funziona, non è colpa degli autisti che, anzi, cercano di dare e fare il massimo per porre rimedi a un sistema ormai al collasso. È indubbio che la somma derivata da paghe basse, scarsa qualità del lavoro e poco tempo libero renda ormai il settore poco appetibile e che la situazione non possa che peggiorare». Ribadiscono così il bisogno di un intervento strutturale, a partire da adeguate risorse da investire immediatamente nel settore, perché «i cinque miliardi di euro del Fondo unico non bastano più».

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