Treno per Orio, Boccaleone non molla: il progetto di Rfi deve essere cambiato
Già quasi 14mila le firme raccolte. L'obiettivo è interrare una parte della tratta
di Paolo Aresi
Boccaleone non molla e va all’attacco, forte delle 13 mila a 860 firme raccolte (al 9 maggio) su change.org e delle mille messe su carta nel quartiere. Va all’attacco non per dire no al treno per Orio, ma per cercare di cogliere l’occasione per sanare un problema del quartiere vecchio di decenni: il taglio della ferrovia, la separazione rispetto alla Clementina che, di fatto, dopo l’abbattimento della grande casa di riposo, negli anni Settanta, è diventato la seconda parte del quartiere.
Ha ribadito Elena Zoppetti, architetto, tra gli animatori del comitato nella conferenza stampa di questa mattina (11 maggio) alle 12: «Questo progetto del treno per Orio spacca ancora di più il quartiere, con un impatto brutale. Noi invece proponiamo un progetto alternativo, che interri la linea nel passaggio lungo via Rovelli in modo che il taglio antico diventi una ricucitura». Il treno passerebbe sotto, e sopra si ricaverebbero del verde e una pista ciclabile.
Per Rfi (Rete ferroviaria italiana) la proposta del quartiere è inattuabile perché triplicherebbe i costi. Elena Zoppetti e soci sono andati a verificare la questione confrontando questo con altri progetti da parte di Rfi. In particolare la Torino Ceres, il nuovo progetto di Ferrara e quello di Trento. Ultimo, la Bari -Triggiano, dieci chilometri di ferrovia. Ha detto Elena Zoppetti: «È una ferrovia di dieci chilometri, tutti in trincea, una ferrovia che passa sotto le strade esistenti, una linea omologata per 200 chilometri orari, tutta interrata nel centro abitato, con i terreni soprastanti ripristinati».
Quelli del Comitato hanno presentato i progetti e i costi: la ferrovia interrata di Triggiano costerebbe solamente il sedici per cento in più della nostra (al chilometro), dato che la Triggiano viene 39 milioni di euro al chilometro, la nostra 33 milioni di euro. Ma da noi il progetto risulta alienante con quei muraglioni antirumore alti sette metri, mentre in Puglia la ferrovia è rispettosa dell’ambiente.
Hanno preso la parola anche Gigi Mologni del comitato di quartiere di Campagnola e Paola Morganti, presidente di Italia Nostra, sezione di Bergamo. Hanno sottolineato come il treno sia al servizio dell’aeroporto che si trova in una situazione irregolare, non avendo ancora aggiornato né Vas (valutazione ambientale sonora) né Via (Valutazione di impatto ambientale). Inoltre, hanno parlato della cintura verde attorno alla città, che la ferrovia potrebbe mettere in difficoltà.