«Non vogliamo tornare a pregare per strada»

Comitato musulmani: «A Redona ci siam sentiti cittadini di Bergamo»

Comitato musulmani: «A Redona ci siam sentiti cittadini di Bergamo»
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Poco meno di un mese e cinque preghiere. Tanto è durata la permanenza del Comitato musulmani di Bergamo alla palestra dell'istituto Petteni di Redona, ovvero la struttura che il Comune di Bergamo ha concesso al gruppo di fedeli dopo l'incendio divampato a luglio all'interno della moschea di via Cenisio. Tra pochi giorni, però, riapriranno le scuole e il Comitato deve dunque lasciare lo spazio, cosa invece non richiesta ai membri del Centro culturale presieduto da Mohamed Saleh, i quali possono continuare a pregare e ritrovarsi nella sala comunale di Loreto che Palazzo Frizzoni ha concesso loro. E il problema è semplice: i membri del Comitato e quelli del Centro culturale non possono, o meglio non vogliono, pregare insieme. Le frizioni nate nel gennaio 2016 in seguito al nuovo regolamento della moschea redatto da Saleh, infatti, sono cresciute di settimana in settimana, di mese in mese, sfociando nella plateale protesta del 22 luglio, quando una quarantina di membri del Comitato si sono prima trovati a pregare per strada in via Cenisio (come accaduto spesso anche in precedenza) e poi hanno fatto irruzione nella moschea chiusa per lavori, al cui interno è poi divampato un misterioso incendio su cui la procura sta ancora indagando. Impensabile quindi che, con queste tensioni, i due gruppi possano riunirsi nello stesso posto.

 

comitato musulmani di bergamo in preghiera

 

Con la moschea ancora chiusa e la palestra di Redona riconsegnata al suo proprio utilizzo, dunque, c'è il problema di dove permettere la preghiera ai membri del Comitato, che da giovedì 1 settembre non potranno più stare lì. Un problema a cui, per ora, il Comune non pare aver trovato soluzione, come dimostra il comunicato stampa che il Comitato musulmani ha diffuso martedì 30 agosto e che Bergamonews ha pubblicato integralmente. Nella nota, i fedeli ringraziano innanzitutto i cittadini, che li hanno accolti a braccia aperte in questo mese di convivenza di quartiere, e rimarcano una volta in più le loro richieste: poter usufruire di un «luogo dignitoso ove poterci ritrovare, pregare insieme, chiedere la pace insieme, incitare i fedeli a donare il proprio sangue e gli sms solidali per i terremotati di pochi giorni fa, o di cominciare ad uscire dal guscio per rendersi partecipi della vita sociale della città». Ma ecco il testo integrale del comunicato, in attesa che il Comune dia una risposta al Comitato.

 

comitato musulmani di bergamo in preghiera 2

 

«Il seguente comunicato vuole testimoniare quanto sia di estrema facilità ottenere una buona convivenza nella società multiculturale che ormai è caratteristica della città di Bergamo. Non pochi giorni fa i fedeli musulmani del Comitato Musulmani di Bergamo venivano disegnati come persone che creano solo disordine e casino. Mentre si scopre, invece, come sia passato oltre un mese senza che mai si sia sentito parlare di loro. Questo può solo dimostrare come non siano le persone ad essere sbagliate, bensì le situazioni sfavorevoli di ingiustizia in cui le stesse vengono poste. Sta di fatto che, da quando il Comune di Bergamo e le autorità sono intervenute concretamente nel cercare una soluzione al problema dei fedeli, cioè dal 22 luglio scorso, si è potuto ottenere questa serenità e questa tranquillità che ha accompagnato la comunità, e altrettanto la società cittadina, in questo periodo. Non solo, ma anche la visita ed il saluto del parroco della chiesa di Redona, dei ragazzi dell’Edonè, di Don Massimo Rizzi e del Comune rappresentato dall’assessore Giacomo Angeloni nella palestra che ci era stata affidata come luogo provvisorio, è stata un segnale di vicinanza e di ospitalità che ci hanno fatto sentire finalmente "cittadini" di Bergamo, e soprattutto "cittadini" italiani.

Per questo il nostro ringraziamento è di dovere per tutte queste persone, al parroco, ai ragazzi fantastici dell’Edonè con i quali alcuni fedeli hanno scambiato qualche momento di caffè, e soprattutto ai vicini i quali mai si sono lamentati per la nostra presenza.

Purtroppo però, questo periodo di serenità e tranquillità si avvicina, a quanto pare, a diventare un vecchio ricordo, visto che la nostra presenza nella palestra di Redona sta volgendo al termine. Difatti il 31 agosto, come da contratto di utilizzo della sala, sarà l’ultimo giorno dei fedeli in questa struttura, e ci troveremo già dal mattino successivo nuovamente senza un luogo ove pregare. In attesa che venga risolto il diverbio sulla moschea di Via Cenisio, noi del Comitato non chiediamo altro che un luogo dignitoso ove poterci ritrovare, pregare insieme, chiedere la pace insieme, incitare i fedeli a donare il proprio sangue e gli sms solidali per i terremotati di pochi giorni fa, o di cominciare ad uscire dal guscio per rendersi partecipi della vita sociale della città.

Non vogliamo essere costretti a tornare a pregare per strada sotto la pioggia e il freddo che tra poco ritornerà; non vogliamo essere costretti a dare fastidio ad alcuni vicini, bensì vogliamo che i nostri anni prossimi diventino come questo mese appena trascorso»

Comitato Musulmani di Bergamo

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