Il "peccato originale" dei Pesenti

Italcementi, una ferita che sanguina 180 dipendenti rischiano il posto

Italcementi, una ferita che sanguina 180 dipendenti rischiano il posto
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Ottobre 2016: l’allora segretario Filca di Bergamo, Danilo Mazzola, spiegava che «la priorità, adesso, è salvare il salvabile». Si parlava di Italcementi, del suo passaggio di proprietà e delle prospettive per i lavoratori di un’azienda che, per decenni, ha rappresentato uno dei tesori industriali di Bergamo.

 

 

La scadenza del 31 dicembre. A distanza di oltre due anni, purtroppo, il quadro non è migliorato. Molti dipendenti della cosiddetta “èra Pesenti” sono già stati lasciati a casa, mentre altri rischieranno di doversi trovare un nuovo lavoro con l’arrivo del 2019. Il 31 dicembre, infatti, termina la cassa integrazione straordinaria per 347 lavoratori di Italcementi, ormai Gruppo Heidelberg, di cui 180 operanti nella provincia bergamasca. Di questi, 65 rischiano di ricevere una lettera di licenziamento in tronco non avendo, a suo tempo, aderito al piano sociale dell’azienda, mentre per i restanti è aperta (dal giugno 2017) una mobilità non oppositiva figlia di un accordo raggiunto tra le parti. In ogni caso, ad oggi nessuno potrà godere della prosecuzione della cassa integrazione straordinaria, visto che Heidelberg, sindacati e Governo, nonostante i tanti incontri avuti (il prossimo è in programma il 17 dicembre a Roma negli uffici del ministero del Lavoro), non hanno ancora trovato un punto d’incontro. E, al momento, di ottimismo ce n’è poco.

 

[Carlo Pesenti]

 

Trattative in stallo. Sulle pagine de L’Eco, il deputato leghista Daniele Belotti ha spiegato che si tratta di un’operazione «non facile, vista la grave carenza di risorse». Come a dire: di soldi ce ne sono pochi e, per ora, quella dei lavoratori Italcementi non rappresenta una priorità. Il deputato pentastellato Giorgio Sorial, vicecapo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico, ha invece sottolineato l’altro nodo della vicenda: «L’auspicio è che la proprietà metta in campo tutte le azioni per realizzare un piano industriale e occupazione a medio-lungo termine degno di una società di cui tutti conosciamo la storia». Perché, nonostante il passaggio della proprietà di Italcementi sia avvenuto ormai più di due anni fa, gli acquirenti tedeschi ancora non hanno esplicitato in modo chiaro il proprio piano industriale. In altre parole, nessuno sa di preciso quale sia il “disegno” di Heidelberg per il futuro. L’incertezza, ovviamente, blocca completamente ogni tipo di trattativa, perché senza una chiara mission aziendale è difficile anche capire quali tagli previsti dal gruppo tedesco siano effettivamente figli di una strategia più ampia e quali, invece, soltanto tesi a...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 7 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 13 dicembre. In versione digitale, qui.

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