Agì per legittima difesa: impugnata la condanna di 14 anni per l'uomo che speronò Monguzzi a Montello
La sentenza di omicidio con dolo eventuale viene contestata dagli avvocati difensori, che chiedono una lettura diversa delle testimonianze
A dicembre era arrivata la condanna di 14 anni di carcere per l'uomo che speronò e uccise Walter Monguzzi a Montello il 30 ottobre 2022. Gli avvocati Andrea Pezzotta e Nicola Stocco della difesa hanno però impugnato la sentenza, che aveva visto il loro assistito condannato per omicidio con dolo eventuale.
La centralità delle testimonianze
Dirimenti per la sentenza di dicembre erano state le testimonianze dei presenti, dalle quali sarebbe emerso, secondo quanto avallato dalla sentenza, la condotta difensiva più che offensiva di Monguzzi che, prima di essere spinto a terra, avrebbe tirato calci all'auto di Belotti al solo scopo di allontanarla. La difesa propone invece una lettura diversa.
È stato Monguzzi a non demordere
Pur partendo dalle testimonianze, gli avvocati difensori insistono piuttosto sul fatto che, come riportato dal Corriere Bergamo, «è stato il signor Munguzzi a non demordere: ha inseguito la Panda e quando l'ha raggiunta non l'ha sorpassata e si è affiancato sul lato sinistro, con l'intenzione evidente di proseguire nel litigio con l'imputato». I difensori sostengono che «tutte le emergenze processuali convergono a dimostrare che l'imputato è stato costretto a difendersi dall'aggressione ingiusta altrui».
«Non punibilità»
Da qui la conclusione degli avvocati della difesa secondo la quale «non sono ravvisabili gli estremi e i presupposti del dolo di omicidio, nemmeno sotto il profilo del dolo eventuale». Quello che chiedono per Belotti è quindi «la non punibilità per legittima difesa, l'eccesso colposo di legittima difesa, configurare il reato in omicidio preterintenzionale escludendo l'aggravante dei futili motivi e, di conseguenza, togliendo l'aggravante da ergastolo consentire il rito abbreviato con lo sconto fino a un terzo della pena».