Il caso

Agnelli uccisi: potrebbe essere stato un lupo, le fototrappole della Provincia lo confermano

In seguito alle accuse di mancata trasparenza sulla presenza del carnivoro, l’Ente si difende: «il sopralluogo è stato effettuato, ma non è possibile prelevare i tamponi per l’identificazione»

Agnelli uccisi: potrebbe essere stato un lupo, le fototrappole della Provincia lo confermano
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Un canide, che potrebbe essere un "lupo", è stato immortalato dalle fototrappole installate dalla Polizia provinciale in seguito alla predazione di dodici agnelli avvenuta all’Alpe Fontana Mora nella notte dello scorso 15 luglio. La Provincia ammette quindi la possibile presenza del lupo in Alta Valle Seriana, quantomeno di un esemplare «probabilmente giovane in dispersione», e respinge le accuse di scarsa trasparenza nella comunicazione con gli allevatori.

La questione era stata sollevata dal titolare del sito “Ruralpini” Michele Corti, docente associato del Dipartimento di Scienze e politiche ambientali dell’Università di Milano. Il professore aveva segnalato i fatti della notte del 15 luglio in territorio di Gandellino e la nostra testata ne aveva riportato l’intervista in merito.

Corti parla di un lavoro rapido, "pulito" e preciso, eseguito con una maestria tale da poter essere riconducibile solo a un lupo adulto ed esperto. «Perché si tiene nascosto l'accaduto? Perché non si allertano i pastori?» Sono state le domande del professore, che lamenta il troppo scrupolo delle istituzioni nell’identificare la presenza del predatore, dal quale, se preventivamente avvisati, i pastori possono proteggersi, mettendo in campo piccoli accorgimenti per preservare i propri animali. La Provincia si difende, sottolineando che nei giorni successivi ai fatti del 15 luglio il sopralluogo sia stato effettuato. Tuttavia, il verbale del veterinario Ats intervenuto riporta che non è possibile prelevare i campioni biologici (tamponi) utili a risalire alla specie responsabile della predazione.

Il Comandante provinciale Flavio Lucio Rossio dichiara: «Ribadisco che gli agenti della polizia provinciale lavorano con spirito di servizio e nell'interesse del territorio anche attraverso la formazione continua e in sinergia con Regione e il servizio veterinario».

Secondo la Provincia è stato fatto tutto ciò che era necessario fare e non c’è stata nessuna volontà di nascondere o passare sotto silenzio il fatto. Inoltre, l’ente ricorda che l'8 settembre è in programma un incontro in Regione sul progetto "Life Wolfalps", iniziativa che mobilita le istituzioni di Italia, Francia, Austria e Slovenia con l’obiettivo di mitigare l’impatto del lupo sulla zootecnia di montagna, trovare un equilibrio fra mondo della caccia e presenza dei predatori, contrastare il bracconaggio e controllare l’ibridazione lupo-cane, diffondere un’informazione corretta basata su dati scientifici.

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