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Al Papa Giovanni cala il numero di accessi dei malati Covid. E si inizia a guardare al futuro

Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell'Asst cittadina, a L'Eco spiega come la struttura si stia organizzando per cambiare nuovamente pelle dopo l'emergenza Coronavirus (che però non è ancora finita del tutto)

Al Papa Giovanni cala il numero di accessi dei malati Covid. E si inizia a guardare al futuro
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È ancora presto per cantare vittoria, ieri (16 aprile) il vicepresidente regionale Fabrizio Sala ha sottolineato «siamo ancora nella fase 1 dell’emergenza», ma dagli ospedali arrivano buone notizie. Il Papa Giovanni sta infatti registrando un progressivo allentamento della pressione e, ormai da diversi giorni, gli accessi al pronto soccorso della struttura sanitaria sono costituiti per almeno due terzi da pazienti che non presentano sintomi da Covid-19.

Come ha spiegato Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII a L'Eco di Bergamo, mercoledì 15 aprile si sono registrati 65 pazienti affetti da malattie che, dopo l’esplosione dell’emergenza sanitaria, non si erano più viste, quali traumi, scompensi, problematiche cardiache e ipertensioni. Per questa ragione, i sanitari avevano già allestito nel pronto soccorso un’area dove filtrare gli accessi non Covid, iniziando a pensare e organizzare un progressivo ritorno alle attività ospedaliere che, dopo l’esplosione dell’infezione, erano state per forza di cose limitate.

Anche se è ancora troppo prematuro poter parlare di ritorno alla normalità, la struttura sanitaria sta progressivamente riprendendo l’attività chirurgica limitata alle urgenze non procrastinabili e ricavando spazi da destinare a degenti non affetti da Coronavirus (l'attività ambulatoriale ordinaria resta per il momento sospesa). Al momento, sono state affiancate altre due sale operatorie a quella che era rimasta attiva anche durante la fase acuta del contagio. Inoltre, in Chirurgia generale è stata liberata un’area ricavando 36 posti letto per pazienti non Covid, che consentirà all’ospedale di ricoverare quelle persone che necessitano di interventi urgenti e non procrastinabili (tra cui i malati oncologici). Ulteriori posti letto per degenti affetti da patologie diverse dal Coronavirus si stanno ricavando sia in Terapia intensiva, sia in altri reparti o aree di essi.

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