Analisi dei tamponi, l'ospedale Papa Giovanni stralcia le fatture fatte alle Rsa
L'Asst aveva chiesto alle Rsa di pagare le analisi dei tamponi fatte tra luglio e dicembre 2020, ma le avrebbe dovute coprire la Regione
Si è conclusa positivamente l'intricata vicenda delle fatture recapitate alle Rsa dall'Asst Papa Giovanni XXIII lo scorso mese. L'azienda ospedaliera ha deciso di stralciarle, come da indicazione della Regione Lombardia, in attesa di ulteriori disposizioni.
Le richieste di pagamento erano relative alle analisi dei tamponi per l'individuazione del Covid-19 negli ospiti della struttura e per ogni istituto andavano dai tremila agli ottomila euro. Il problema era che le Rsa pensavano che i costi sarebbero stati coperti dalla Regione Lombardia, come effettivamente garantiva l’indicazione regionale del 30 giugno 2020, secondo la quale il costo di tali analisi doveva essere a carico del sistema sanitario regionale, per cui erano state del tutto prese alla sprovvista. Alla protesta dei ricoveri per anziani, L'Asst aveva motivato specificando che quell’indicazione regionale fosse decaduta, ma si erano riservati di chiedere chiarimenti all’Ats. Dopo l'ennesimo step, l'Ats Bergamo attraverso il suo direttore sociosanitario Giuseppe Matozzo aveva fatto riferimento proprio alla delibera del 30 giugno 2020 della Regione, per cui sembrava dare ragione alle Rsa, dichiarando che le analisi le avrebbe dovute coprire la Lombardia.
Ad oggi la notizia che molte hanno già ricevuto una comunicazione di annullamento delle fatture da parte dell'Asst, dopo che le disposizioni del Pirellone hanno chiesto di non procedere con le fatturazioni e riservano all'Ats un intervento di verifica e sistemazione dell'inghippo. In poche parole: le Rsa non devono più pagare.
Con il sollievo degli istituti che nel 2020 hanno visto un buco nei bilanci per un totale di 18 milioni, senza contare le perdite economiche subite nei primi mesi del 2021. Perdite che potrebbero costringere ad aumentare il soggiorno di ogni ospite di 8-10 euro, applicando la «tariffa Fontana-Moratti», detta così provocatoriamente nei confronti della Regione, a cui le associazioni di categoria hanno chiesto un extra-budget, per rientrare almeno parzialmente ed evitare la chiusura.
Nel frattempo i sindacati dei pensionati, cioè la Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, pur riconoscendo la condizione delle Rsa, non condividono quella che ritengono la «minaccia» di un rincaro per gli ospiti, che andrebbe inevitabilmente a ricadere sulle famiglie che pagano le rette e non sulla Regione.