Dopo un genitore

Anche la maestra indagata per il caso dei bambini ustionati all'asilo di Osio Sopra

L'accusa è di lesioni colpose gravissime per le ustioni provocate a cinque bambini e tre genitori. Al pm ha detto che il fuoco non era previsto

Anche la maestra indagata per il caso dei bambini ustionati all'asilo di Osio Sopra
Pubblicato:
Aggiornato:

di Marta Belotti

Anche il nome della maestra è stato iscritto nel registro degli indagati per l’incidente alla Scuola dell’infanzia San Zeno di Osio Sopra avvenuto lo scorso 30 maggio. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, la maestra era davanti al braciere nel momento in cui la fiamma ha ustionato cinque bambini, due ancora ricoverati in condizioni gravi al Niguarda e al Buzzi di Milano, e provocato forti intossicazioni per i tre genitori presenti all’attività di orienteering in corso.

Questi sono giorni di interrogatori. Dopo che ieri pomeriggio (8 maggio) è stato ascoltato il genitore che già dalla scorsa settimana è iscritto nel registro degli indagati, oggi (9 giugno) anche l’insegnante, assistita dall’avvocato Valentina Gritti, è stata ascoltata. Durante le più di tre ore di interrogatorio, la donna ha dichiarato gli inquirenti che nel piano delle attività non era previsto nessun fuoco. Il liquido infiammabile con il resto del materiale è stato portato nel cortile dell’asilo, dove era in corso l’attività di orienteering, dal genitore indagato, come ha ammesso lui stesso ai Carabinieri della compagnia di Treviglio e poi ha confermato davanti al pm.

La maestra sostiene di avere visto l’uomo preparare il braciere stile campeggio al centro del giardino, al centro di alcune panche dove poi si sono seduti i bambini, ma era convinta si trattasse di una semplice attività dimostrativa che non avrebbe contemplato l’accensione di un fuoco. Non sarebbe stato notato dalla maestra la tanica con il liquido infiammabile, usato dal papà. L’uomo ha confermato di essere stato lui a portare il materiale per cucinare i marshmallow, ovvero pietre per il braciere, pentola e il flaconcino di bioetanolo. Quest’ultimo sarebbe stato versato ben due volte prima di causare la fiammata che ha provocato il dramma.

La versione del genitore, difeso dagli avvocati Simone Tangorra e Raffaella Galimberti, presenterebbe alcune contraddizioni rispetto a quella dell’insegnante e degli altri presenti, ma sono in corso approfondimenti per capire fino a che punto sia il caso di allargare il cerchio delle (presunte) responsabilità. L’accusa per l’uomo e la maestra è la stessa: lesioni colpose gravissime per le ustioni procurate in tutto a cinque bambini e ad altri due adulti (i due papà presenti oltre all’indagato, rimasto anche lui coinvolto).

Seguici sui nostri canali