Anziana caduta dalla finestra a Colognola: gli ammanchi di denaro e la ludopatia della colf
La giovane aveva debiti da migliaia di euro per il vizio del gioco, la vittima si era accorta di prelievi sospetti dal suo conto
Diversi dettagli non quadravano rispetto alla morte di Rosanna Aber, la 77enne di Colognola che, alle 13.30 di quel 22 aprile dell'anno scorso, precipitò dalla finestra del suo appartamento, al quarto piano di un condominio di via Einstein. I sospetti hanno portato a delle indagini più approfondite, durate mesi, che hanno portato nella giornata di ieri (mercoledì 15 novembre) all'arresto di K. M., la badante 25enne ucraina, residente a Scanzorosciate, assunta un paio di mesi prima della tragedia.
I dettagli che non tornavano
Consigliata alla vittima dalla signora che prima badava al marito, Giulio Besana, scomparso in seguito a una malattia, come riportato oggi (giovedì 16 novembre) da L'Eco di Bergamo, l'aveva scelta anche per via della nazionalità, come gesto di solidarietà per via del conflitto in atto. La collaboratrice domestica, però, era arrivata in Italia otto anni fa insieme ai genitori. Poi si era sposata con un operaio romeno e aveva avuto una figlia, che adesso ha cinque anni. Sia le dinamiche con cui era accaduto il terribile fatto, sia il racconto che la giovane - unica presente in casa in quel momento - aveva fornito agli inquirenti erano sembrati strani per un'ipotesi di suicidio o incidente.
Infatti, sebbene fosse vero che il consorte dell'anziana era scomparso di recente, sembrava essersi ripresa, tant'è che aveva prenotato una vacanza alle Canarie con la sorella e, a quanto sembra, stava facendo le valige. Si era anche recata all'agenzia di viaggi del quartiere, per pagare quanto stabilito. Quindi - si sono chiesti gli investigatori - alla luce di tutto questo, come si poteva giustificare una eventuale intenzione di togliersi la vita? Oltre a ciò, i testimoni l'avevano vista piombare di sotto di spalle, cercando di girarsi mentre era in aria.
Così come, allo stesso modo, convince poco l'idea che fosse caduta nel vuoto mentre stava pulendo i vetri della finestra. Innanzitutto perché la signora aveva assunto apposta la ragazza, perché si era resa conto che aveva difficoltà a svolgere alcune faccende, ed è improbabile che fosse salita sul davanzale. In aggiunta, la vittima era rincasata da circa tre minuti con l'accusata e alcuni vicini le avevano sentite discutere ad alta voce. Una volta deceduta, in aggiunta, indossava ancora la giacchetta primaverile che aveva messo per uscire, così come il borsello nel quale teneva il telefonino.
La ludopatia e gli ammanchi di denaro
Interrogata dalle autorità, che avevano cercato di ricostruire l'episodio, la 25enne aveva detto di trovarsi in un'altra stanza quando era accaduto, ma avrebbe fornito versioni discordanti e sarebbe stata proprio lei a sostenere che fosse caduta durante la pulizia della finestra. Una versione che, appunto, non aveva convinto le forze dell'ordine. Ma perché le due donne avrebbero discusso e, soprattutto, perché l'ucraina avrebbe dovuto uccidere la pensionata? Il motivo, secondo i pm Emanuele Marchisio e Guido Schininà, sarebbero i presunti problemi col gioco d'azzardo della badante.
In ballo, infatti, ci sarebbero debiti da migliaia di euro, contratti con parenti ed amici, dato che si recava in vari bar per giocare alle macchinette e ai gratta e vinci. A lei servivano dei soldi e col bancomat dell'anziana, senza che lei se ne accorgesse, erano stati prelevati duemila euro. Quando aveva visto l'estratto conto, la signora si sarebbe arrabbiata e avrebbe chiesto spiegazioni nella sua filiale, capendo poi che qualcuno doveva aver effettuato dei prelievi a sua insaputa. Un sospetto che, tra l'altro, aveva riferito alla signora che lavorava nella sua agenzia di viaggi di fianco all'istituto di credito, raccontandole degli ammanchi. Un'informazione poi rivelata da quest'ultima, dopo il decesso, ai famigliari, che lo avevano segnalato a chi indagava.
L'ipotesi della Procura
Per la Procura, sarebbe quello l'argomento della discussione che le due avrebbero avuto una volta rincasate. Aber avrebbe affrontato la giovane che, con molta probabilità in un gesto d'impeto, l'avrebbe afferrata per le gambe per farla cadere di sotto. Ecco quindi perché, almeno secondo gli inquirenti, i testimoni in strada non avrebbero visto un possibile colpevole alla finestra: era chinato per eseguire quell'operazione. I poliziotti della Mobile, controllando le telecamere dello sportello bancomat della filiale, nell'orario in cui sono registrati due prelievi nelle immagini hanno trovato la collaboratrice domestica.
La giovane, dopo la scomparsa della datrice di lavoro, aveva trovato impiego in abitazioni private e ditte specializzate. Dalle quali, però, sarebbe stata allontanata perché era sparito del denaro. A una vicina di casa, in difficoltà, aveva chiesto diverse volte prestiti di denaro, da cinquanta o cento euro. Lei, le prime volte, l'aveva aiutata e i soldi le erano stati restituiti. Venerdì prossimo, l'arrestata verrà sottoposta all'interrogatorio di garanzia, in carcere, dal gip Alessia Solombrino. Non rilascia ancora dichiarazioni il suo difensore, l’avvocato Andrea Pezzotta, che ha spiegato che al momento la situazione è troppo delicata.