Atto vergognoso al cimitero di Valnegra, deturpata la lapide del carabiniere Gambirasio
Ignoti hanno divelto la foto del militare (che si era tolto la vita il 25 novembre 2010), sostituendola con un adesivo irridente
di Giambattista Gherardi
Un atto deprecabile, di quelli che lasciano sconcertati e aprono mille interrogativi. Sono affidate ai Carabinieri di Piazza Brembana e al Nucleo Operativo Radiomobile di Zogno le indagini per chiarire i contorni di un brutto episodio avvenuto negli ultimi giorni nel cimitero di Valnegra, piccola comunità di poco più di duecento abitanti in Alta Val Brembana.
Nei giorni fra il 24 e il 25 settembre, ignoti si sono accaniti sulla lapide del carabiniere Pierluigi Gambirasio, morto il 25 novembre 2010 nella caserma di Zogno. Secondo una ricostruzione ufficializzata dalle successive indagini, il brigadiere si era tolto la vita con la pistola d’ordinanza. Un caso che aveva visto aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e che alcuni avevano addirittura erroneamente collegato al rapimento e all’uccisione di Yara Gambirasio (nessuna parentela con il carabiniere), scomparsa a Brembate Sopra il giorno successivo al tragico gesto del militare.
A Valnegra Pierluigi Gambirasio viveva con la compagna Teresa Vezzoli e il figlio Nicolò, tutt'oggi minorenne. Nel cimitero di Valnegra i vandali hanno divelto e asportato dal colombare l’immagine in ceramica del carabiniere (con la relativa cornice), sostituendola con un adesivo irridente. Impossibile stabilire la natura di un gesto a prima vista mirato, perseguibile d’ufficio ma per il quale i familiari sporgeranno denuncia.
Da rilevare che questa estate, nella notte di Ferragosto, nel piccolo paese brembano si era verificato un altro inquietante atto vandalico. Ignoti avevano preso di mira tre auto, una Fiat Panda e una Lancia Delta, parcheggiate nella zona del ponte che collega con Moio de’ Calvi e un’altra Panda nella via che conduce a Municipio e ufficio postale. Sui mezzi era stato gettato acido corrosivo che aveva gravemente danneggiato le carrozzerie, con successive indagini dei Carabinieri.