a covo

Aveva derubato un'anziana fingendosi un carabiniere. In manette un 29enne

Il colpo era stato messo a segno lo scorso 20 luglio. Nell'occasione erano stati rubati 1.500 euro in contanti e alcuni preziosi d'oro. Il giovane, pregiudicato e residente a Novate Milanese, è stato arrestato venerdì 14 agosto

Aveva derubato un'anziana fingendosi un carabiniere. In manette un 29enne
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I carabinieri di Romano di Lombardia hanno arrestato venerdì 14 agosto A. F., 29 anni, pregiudicato di Novate Milanese, accusato di furto aggravato e sostituzione di persona. L’uomo lo scorso 30 luglio aveva derubato un’anziana, residente a Covo, convincendola a farsi aprire la porta dopo essersi fino un militare dell’Arma dei carabinieri, impegnato in un’attività di sopralluogo in seguito a un furto. Il malvivente aveva distratto la donna e si era impossessato di circa 1.500 euro in contanti, oltre ad alcuni monili d’oro. Messo a segno il colpo, era poi fuggito rapidamente, facendo perdere le tracce nelle vie del paese.

Le indagini condotte dai militari della stazione di Romano di Lombardia hanno consentito di raccogliere svariati indizi di colpevolezza nei confronti del 29enne, in virtù dei quali lo scorso 14 agosto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Il ladro è stato raggiunto la sera stessa nella sua abitazione milanese dai carabinieri di Romano che, insieme ai militari del comando locale, lo hanno arrestato.

Anche nel periodo estivo sono numerosi i casi di persone anziane che segnalano di aver subito truffe o raggiri a opera di falsi funzionari o addetti di società di servizi che, entrando nelle case con la scusa di controllare presunte perdite di gas, condutture, o effettuare verifiche amministrative, al contrario rubano i preziosi presenti nelle abitazioni.

Le forze dell’ordine raccomandano, in presenza di tali richieste, di verificare se quanto dichiarato sia vero oppure falso prima di aprire la porta di casa. Ciò è possibile telefonando direttamente all’ente o all’associazione alla quale i malintenzionati dicono di appartenere o, più facilmente, contattando il numero unico di pronto intervento 112.

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