Precisazione

«Bara e Mamadou sono due bravi ragazzi, nostri amici»: la bella risposta alla nostra lettera

Il negozio storico Calzoleria Agazzi di via XXIV Maggio a Bergamo, dopo aver letto l'articolo da noi pubblicato sui due ragazzi senegalesi cacciati dalla zona, ci ha contattato

«Bara e Mamadou sono due bravi ragazzi, nostri amici»: la bella risposta alla nostra lettera
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Sul numero di PrimaBergamo uscito in edicola il 17 gennaio scorso abbiamo pubblicato la lettera che ci ha scritto un collega, Dario Mione, in cui si racconta la storia di Bara e Mamadou, due cittadini senegalesi che, «da circa un decennio, o forse più, bazzicano la zona alta di via XXIV Maggio, a Bergamo, e stazionano spesso di fronte al civico 2/G, dove tutti ormai li conoscono. E a conoscerli sono anche molti altri residenti e commercianti della zona, nessuno dei quali ha mai avuto da ridire».

Nella lettera si spiega come, sebbene i due non abbiano mai dato fastidio a nessuno e, anzi, abbiano spesso aiutato cittadini e commercianti della zona, qualcuno ha iniziato a lamentarsi della loro presenza (addirittura alcuni finanzieri della vicina Accademia), costringendo Bara e Mamadou ad andarsene. La lettera l'abbiamo poi rilanciata sul nostro sito nei giorni scorsi ed è stata molto letta, con tanti internauti che l'hanno commenta e ricondivisa.

È a questo punto che abbiamo ricevuto la mail della signora Mari Agazzi, titolare del negozio storico Calzoleria Agazzi proprio in via XXIV Maggio. Agazzi, con educazione, fa notare che nella lettera da noi pubblicata si fa riferimento anche al titolare di un negozio storico della zona che si sarebbe lamentato della presenza di Bara e Mamadou. Onde evitare fraintendimenti, Agazzi ha voluto contattarci. Oltre a precisare di non essere lei la persona tirata in ballo dalla lettera, ci ha spiegato che «conosco bene Bara e Mamadou e non posso che essere d'accordo con l'autore della missiva: sono due ragazzi bravi, buoni, sempre pronti a dare una mano a tutti. Anche a me: è capitato che mi aiutassero a scaricare la merce. In cambio, ho regalato loro un paio di scarpe e li ho aiutati come ho potuto. Per questo mi dispiace che qualcuno possa pensare che io sia stata tra coloro che si sono lamentati della loro presenza».

Siamo contenti, dunque, di poter fare questa precisazione, a conferma che, fortunatamente, non tutta l'erba faccia un fascio. «Con Bara e Mamadou c'è un bel rapporto - continua Agazzi -, quasi di amicizia. Potete chiederlo anche a loro. Non solo prendiamo quindi le distanze da quanto avvenuto, ma ci vergogniamo di ciò che è successo». L'augurio è che siano anche altre persone a vergognarsi. Ne avrebbero decisamente motivo.

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