Polemica su Piazza Dante

Censure sui social del Comune, Palazzo Frizzoni risponde: «Dialogo con chi rispetta le regole»

Censure sui social del Comune, Palazzo Frizzoni risponde: «Dialogo con chi rispetta le regole»
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La polemica sull'abbattimento delle piante in Piazza Dante, dopo essere esplosa sul luogo del misfatto con sit-in e addirittura incatenamenti agli alberi, s'è spostata sui social. Nei giorni scorsi, infatti, tantissime persone hanno commentato sulle pagine social ufficiali del Comune (su Facebook e Instagram principalmente) per esporre il loro dissenso circa quanto sta avvenendo.

Come spesso purtroppo capita in questi casi, tra tanti commenti di prevedibile ed educato dissenso (a cui, va detto, il Comune ha risposto sempre), ci sono state anche persone, talvolta addirittura con profili non "identificabili", che hanno invece postato commenti che scadevano anche nel volgare.

Fatto sta che, lunedì 3 febbraio, il gruppo consigliare della Lega ha presentato un’interrogazione urgente a risposta orale in cui si denuncia l’oscuramento di alcuni commenti espressi in merito all’abbattimento delle piante. Contattato al riguardo, Palazzo Frizzoni ha così risposto:

«Due considerazioni iniziali: in primo luogo il Comune di Bergamo è una delle Amministrazioni considerate “più social” del panorama delle Amministrazioni pubbliche italiane, così come comprovato dall’ultimo rapporto di ForumPA “ICity rank 2019”. L’Amministrazione ha infatti scelto di privilegiare strumenti di comunicazione web invece di utilizzare risorse economiche negli strumenti cartacei più tradizionali, che sono rimasti per alcune attività ma che sono stati limitati negli ultimi 5 anni. La seconda è che il Comune dialoga con i propri concittadini attraverso numerosi strumenti social, che vanno da Facebook a Telegram, passando per Medium, Youtube, Twitter e Instagram. Tutte queste piattaforme non sono pubbliche, ma private, proprietà esclusiva delle società che le hanno sviluppate: le pagine del Comune di Bergamo quindi non sono pubbliche, ma relative all’istituzione, il cui rapporto con le società è disciplinato dai contratti a cui si aderisce al momento dell’accesso al relativo social network.

Esiste inoltre una precisa policy dei social media comunali ed è disponibile sul sito web istituzionale, documento che è specchio delle più avanzate esperienze social di pubblica amministrazione del nostro Paese e che rispecchia le linee guida esistenti. Ricordiamo che al momento non esistono leggi che disciplinano l’uso dei social per le pubbliche amministrazioni. Non dimentichiamo infatti che uno dei responsabili degli account social istituzionali è socio dell’Associazione PASocial, che gli stessi esponenti della Lega citano per introdurre l’argomento nella loro interrogazione.

La funzione di Social Manager è ricoperta da dipendenti del Comune di Bergamo. La parte politica del Comune di Bergamo non ha accesso agli strumenti social e non ne può pertanto stabilire o alterare i contenuti. Le risorse finanziarie ammontano a zero euro, vista anche la natura gratuita di tali pagine social. Sponsorizzazioni di contenuti sono state effettuate negli scorsi cinque anni, con una spesa complessiva di circa 700 euro, non riconducibile all’acquisto di like, ma alla promozione di iniziative e decisioni di interesse pubblico.

La cancellazione di contenuti viene decisa in base alla policy vigente sopra citata: tali azioni si ripeteranno laddove saranno accertate o valutate ulteriori violazioni delle norme di comportamento a cui un utente decide di aderire nel momento in cui sceglie di seguire o pubblicare contenuti sugli account del Comune di Bergamo».

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