«Censurati commenti sui social contrari al taglio degli alberi di piazza Dante». La Lega chiede risposte al Comune
I consiglieri comunali leghisti denunciano una "mala gestione" dei propri profili ufficiali da parte di Palazzo Frizzoni

Non si placano le polemiche relative al taglio degli alberi per i lavori di riqualificazione di piazza Dante. Ora il pomo della discordia tra Palazzo Frizzoni e le minoranze portavoci del malcontento popolare sarebbe la gestione da parte del Comune di Bergamo delle proprie pagine social.
I consiglieri comunali leghisti hanno infatti presentato un’interrogazione urgente a risposta orale in cui denunciano l’oscuramento di alcuni commenti espressi in merito all’abbattimento delle piante. «Le proteste dei cittadini, pacifiche e rispettose nei modi, si sono manifestate sia attraverso l’organizzazione di sit-in e di incontri, sia attraverso l’uso dei social e dei media – si legge nel documento -. In particolare, moltissimi hanno voluto manifestare il proprio dissenso commentando sui profili ufficiali del Comune, in particolare su Facebook e Instagram. Alcuni cittadini ci hanno segnalato che diversi commenti sono stati cancellati solo perché contrari all’operazione in corso».
L’operazione di restyling ha fatto molto discutere sollevando svariate critiche, tanto che alcune persone sono arrivate addirittura a incatenarsi agli alberi pur di bloccare il cantiere e a presentare un esposto in Procura dove è stato aperto un fascicolo (al momento senza alcuna ipotesi di reato). «Chiediamo all’Amministrazione se sia a conoscenza della censura operata sui profili del Comune, chi sia il responsabile e se non ritenga grave ciò che è stato descritto nelle premesse – prosegue l’interpellanza -. Inoltre vorremmo sapere quali azioni porrà in essere al fine di evitare che tali atti possano ripetersi. Riteniamo che le pagine social non siano ad appannaggio esclusivo dell’Amministrazione in carica o di coloro che le gestiscono, ma debbano essere usufruibili da tutti i cittadini che liberamente possono commentarle senza censure di alcun tipo».