La tragedia

Chi era il 46enne morto schiacciato in un cantiere a Pagazzano

Artigiano edile di Calcinate, Maurizio Gritti lavorava nel settore da quand’era ragazzino. Lascia la moglie Alessandra Innocenti e due figli di 16 e 17 anni, Andrea e Giorgia

Chi era il 46enne morto schiacciato in un cantiere a Pagazzano
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Domani, 8 maggio, avrebbe compiuto 47 anni. La vita di Maurizio Gritti, artigiano edile, si è invece interrotta ieri in un cantiere di largo Canova, Pagazzano, sotto il peso di un manufatto di cemento. Gritti, socio e amministratore unico della “Mc Costruzioni Srl” (con sede legale è a Mornico), stava lavorando da qualche settimana per la costruzione di alcune villette. Abitava a Calcinate, via Galilei 13, con la moglie Alessandra Innocenti, originaria di Cavernago, e due figli di 16 e 17 anni, Andrea e Giorgia. Nella stessa palazzina vivono anche i suoi genitori: il papà Luigi e la mamma Lucia Forlani.

Cosa è successo

Non ci sono testimoni diretti, ma nel cantiere c’erano altri lavoratori che si sono subito accorti di quanto avvenuto e hanno chiamato il 112. Non c’è stato nulla da fare. Ats spiega che l’artigiano, «dopo aver scaricato con la gru dall’autocarro alcuni grossi manufatti formati ciascuno da tre pannelli di cemento, provvedeva ad appoggiarli al suolo nell’area di cantiere. Per mantenerli in posizione eretta, li aveva quindi stabilizzati con l’ausilio di paletti in legno. Mentre stava operando da solo nelle immediate vicinanze di uno dei manufatti, questo è caduto a causa, presumibilmente, dell’improvviso cedimento o spostamento di uno o più sostegni in legno».

Una vita nell’edilizia

Gritti, seguendo una tradizione di famiglia, aveva iniziato a lavorare in ambito edile da ragazzino. Aveva grandissima esperienza, insomma. L’attività era stata tramandata di generazione in generazione a partire dal nonno Cesare e passando da papà Luigi. Era un gran lavoratore, serio e discreto.

Faceva il volontario

Maurizio Gritti era impegnato come volontario nelle associazioni sportive e culturali di Malpaga. Non si tirava mai indietro, neppure quando doveva stare alla griglia nella sagra d’agosto, ma anche nel preparare la sfilata storica. Lo chiamavano tutti “Grillo”.

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