la tragedia

Chi era Mauro Soregaroli, guida alpina bergamasca precipitata in un canalone in Svizzera

Il 64enne è morto sul colpo mentre risaliva il Grand Golliat con uno storico cliente, ma aveva ancora tanti progetti e nuove cime da scalare

Chi era Mauro Soregaroli, guida alpina bergamasca precipitata in un canalone in Svizzera
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È precipitato in un canalone per più di cinquecento metri mentre con un cliente storico stava raggiungendo la vetta del Grand Golliat, cima da più di tremila metri al confine tra il Cantone Vallese svizzero e la Valle d’Aosta. Mauro Soregaroli, esperta e conosciuta guida alpina bergamasca, ha perso la vita così sabato (18 febbraio), facendo quello che più amava.

Alpinista esperto e attivo

L'uomo di 64 anni era nato a Valtesse e aveva vissuto per decenni a Colognola, ma da un paio di anni si era spostato a Carobbio degli Angeli. Aveva appena passato due giorni sulla Rosablanche con il figlio Jacopo e il tour del Silvretta da lui organizzato per la prima settimana di marzo aveva riscosso grande adesione, tanto che i posti erano terminati già a inizio febbraio. Lui stesso, sulla sua pagina Facebook, si presentava così: «Faccio della passione per la montagna il mio lavoro tutto l’anno!».

Il figlio: «Un punto di riferimento»

Il figlio a L'Eco di Bergamo ha raccontato: «Era veramente molto attivo: aveva accettato un lavoro come guida nel nord della Norvegia in un posto in cui si scia sul mare. Per giugno aveva già pianificato di andare sull’Etna e per fine anno avevamo pensato di andare assieme in Namibia. Per me era un punto di riferimento: quell’eroe che non raggiungi mai e che era sempre qualche passo avanti. L’unica consolazione è che sia morto facendo quello che amava, anche se avrei sperato che questo momento arrivasse dopo».

La caduta

La caduta fatale è avvenuta verso le 13, quando l'alpinista è stato probabilmente tradito da un capogiro o da un malore. Poco dietro di lui, l'avvocato statunitense che stava accompagnando l'ha visto sganciarsi dalla parete, ha provato ad afferrarlo, ma non ci è riuscito. I due non erano in cordata, pratica sconsigliata proprio per evitare che l'uno, cadendo, non trascini l'altro, e neanche in verticale, sempre per evitare lo stesso problema. Lo stesso Soregaroli avrebbe cercato di aggrapparsi con la piccozza, senza riuscirsi. È morto sul colpo.

Gli ultimi scatti

Qualche metro più su rispetto a loro c’erano altri due alpinisti. Sono loro ad aver dato l'allarme e chiamato i soccorsi. La dinamica è stata ricostruita grazie alle ultime foto scattate dallo stesso Soregaroli, sia ai due alpinisti più sopra, sia al compagno poco sotto, e al racconto dello statunitense. Si attendono a breve gli esiti dell'esame esterno del corpo; no è stata fata invece l'autopsia. Nei prossimi giorni la salma verrà riportata a Bergamo, ma per ora i funerali non sono ancora stati fissati.

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