La sfida col primario Fenaroli

Ordine dei Medici, ecco i candidati nella lista del presidente uscente Marinoni

«Il nome "Medici per tutti" riassume l’orgoglio di appartenere al servizio sanitario e di voler rappresentare tutte le realtà del mondo medico. Il nostro è un programma per tutti, non contro qualcuno». Ancora polemica sul voto in presenza e non online

Ordine dei Medici, ecco i candidati nella lista del presidente uscente Marinoni
Pubblicato:
Aggiornato:

Un programma sfaccettato e propositivo, che include tutte le diverse professionalità del mondo della sanità. Un programma, in estrema sintesi, «con tutti e non contro qualcuno», come sottolinea il presidente uscente dell’Ordine dei Medici Guido Marinoni. Sarà proprio il dottor Marinoni per la lista “Medici per tutti”, presentata questa mattina (venerdì 11 settembre), a sfidare il dottor Privato Fenaroli, direttore della Senologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, nella campagna elettorale di rinnovo dell’Ordine.

IMG-2225
Foto 1 di 3
IMG-2249
Foto 2 di 3
IMG-2254
Foto 3 di 3

«Il nome riassume l’orgoglio di appartenere al servizio sanitario nazionale, ma anche quello di voler provare a essere rappresentativi di tutte le realtà – aggiunge Marinoni -. Siamo convinti che un momento difficile come quello attuale deve vedere, ancora più che in passato, la presenza unita di tutte le espressioni del mondo medico. La nostra professione è molto articolata. Quando sento parlare di divisione tra medici ospedalieri e medici di medicina generale in realtà vedo affermazioni derivanti dalla non conoscenza. Esistono sì i medici di base e gli ospedalieri, ma le stesse realtà ospedaliere includono mondi molto diversi addirittura tra gli stessi i reparti. Poi ci sono tutte quelle professionalità legate alla territorialità come le Rsa, gli hospice, le cure intermedie e le unità d’offerta socio sanitarie in cui la professione medica è comunque impegnata. Dimenticare questi pezzi di sanità vuol dire fare un Ordine non rappresentativo».

“Medici per tutti”, sostenuta anche dai sindacati medici di Fimmg, Snami, Anaao, Cimo, Sumai e SiMPeF include rappresentanti dell’associazione Donne Medico, degli ospedali (pubblici e privati), delle Rsa, del mondo degli hospice e medici di medicina generale. Inoltre, la lista si caratterizza per un’ampia presenza di giovani e per l’elevato numero di donne. Elemento unificante di questo progetto è l’autonomia della professione. «In un modo sempre più legato alle linee guida, crediamo che il medico debba essere un autore e non un mero esecutore tecnico di un pezzo parcellizzato di attività – prosegue il presidente uscente -. Il valore aggiunto e vero senso della nostra professione è rappresentato dal rapporto di fiducia con i cittadini. Con autonomia intendiamo quella dal mondo della politica, da chi gestisce l’organizzazione della sanità e dalla pressione delle altre professioni sanitarie con cui andranno ricercate integrazione e collaborazione nel rispetto dei ruoli e delle funzioni».

Tornano alla lista “Medici per tutti”, gli altri candidati per il consiglio direttivo sono:

  • Marco Agazzi, medico di medicina generale
  • Eugenia Belotti, internista d’urgenza ospedaliera
  • Piero Attilio Bergamo, oculista specialista ambulatoriale
  • Fabiola Bologna, neurologa ospedaliera
  • Massimo Camerlingo, neurologo ospedalità privata accreditata
  • Melania Cappuccio, medico di Rsa
  • Luigi Mario Daleffe, libero professionista
  • Luigi Greco, pediatra
  • Carlo Gualteroni, ginecologo ospedaliero
  • Rocco Invernizzi, chirurgo ospedaliero
  • Chiara Morlacchi, medico di medicina generale
  • Paola Pedrini, medico di medicina generale
  • Nicola Taiocchi, fisiatra ospedalità privata accreditata
  • Bruno Travella, medico di medicina generale

Mentre per il Collegio dei revisori dei conti:

  • Mariateresa Lorenzi, medico di medicina generale (effettivi)
  • Riccardo Valente, medico di cure palliative (effettivi)
  • Giuseppe Geracitano, medico di medicina generale (supplente)

Secondo la lista è fondamentale un concreto bilanciamento dell’offerta ospedaliera, territoriale, colmandone le possibili divisioni e migliorando la comunicazione degli specialisti, oltre che dell’attività di prevenzione e di cura. Particolare significato assume poi progettare il futuro dei medici di famiglia, molti dei quali nel prossimo futuro andranno in pensione. «L’esperienza di questi mesi ci ha insegnato come le difficoltà nella gestione dell’emergenza siano risultate più evidenti dove chi aveva l’onere di decidere ha escluso i medici e dove è mancata la possibilità di integrare l’attività medica sul territorio con quella ospedaliera – aggiunge Paola Pedrini, segretario regionale Fimmg -. Il Covid ci ha dimostrato che la medicina del territorio non significa soltanto cura delle patologie croniche, ma anche prevenzione e gestione di malattia acute o infettive».

Infine, il dottor Marinoni ha precisato anche perché si voterà in presenza e non con un voto online. «Si tratta di una decisione unanime del Consiglio. Ad oggi, infatti, per poter votare online sono necessari un user ID e una password, che però possono essere per scelta dell’elettore cedute. In sostanza non si garantirebbe la personalità del voto. Quindi qualora ci fossero pressioni le elezioni potrebbero essere pilotate. Si è trattata perciò di una scelta a tutela di tutti. Tra l’altro, a suo tempo, avevamo fatto presente al Ministero che sarebbe stato opportuno un rinvio delle consultazioni vista la situazione emergenziale, invito che però non è stato accolto».

Nel merito è intervento anche il dottor Privato Fenaroli. «A queste motivazioni, estremamente deboli, rispondo che sono basito - evidenzia -. Personalmente le ritengo spiegazioni inaccettabili e incomprensibili, quand'anche non offensive per gli stessi medici giudicati dal Consiglio come persone talmente sprovvedute che sarebbero capaci di fornire le proprie credenziali di accesso a chiunque, falsando così il risultato della votazione. La legge consente il voto online, basterebbe semplicemente organizzarlo nel modo più opportuno. La verità, inconfessabile, credo invece che sia un’altra: si tratta di una motivazione strumentale. Il voto online consentirebbe infatti un allargamento della base elettorale. In questo modo chiunque potrebbe votare, anche un gran numero di medici ospedalieri che a causa della reperibilità, alla quale invece non sono soggetti i medici di base, rischiano di essere tagliati fuori dal voto. Evidentemente per il presidente in carica il rischio sanitario da assembramenti è meno importante di possibili e fantasiosi brogli elettorali».

Seguici sui nostri canali