Contagi sul lavoro: da inizio anno ad agosto, in Bergamasca, ben 37 vittime accertate
Complessivamente, secondo l’ottavo report nazionale, sono 2.452 i casi di infortunio legati al Covid registrati a Bergamo

Stando ai dati pubblicati nell’ottavo report nazionale elaborato dall’Inail, tocca ancora alla Bergamasca il triste primato dei decessi sul lavoro a causa del coronavirus: le vittime accertate in provincia sono infatti 37, pari al 12,2 per cento del totale. Seguono tra le province con più casi mortali quelle di Milano (8,3 per cento) e Brescia (7,9 per cento). Complessivamente, inoltre, i casi di infortunio legati al Covid registrati a Bergamo alla fine di agosto sono 2.452. Se si considera il dato su scala nazionale, invece, i contagi sul lavoro a causa del coronavirus denunciati all’Inail nello stesso periodo sono 52.209, ossia 846 in più rispetto a quelli rilevati dal monitoraggio al 31 luglio.
Dall’analisi territoriale emerge che oltre 8 denunce su 10 siano concentrate nel Nord Italia e, nello specifico, in Lombardia si conta oltre un terzo dei casi totali. La provincia più colpita risulta essere quella di Milano (11 per cento), seguita da Brescia (5,5 per cento) e Bergamo (4,7 per cento). «Il 78,6 per cento dei lavoratori coinvolti sono impegnati nel settore della sanità e dell’assistenza sociale, mentre il 22,4 per cento delle denunce ha coinvolto lavoratori dei comparti manifatturiero, dei servizi, della ristorazione o di altri settori – sottolinea Danilo Mazzola, segretario provinciale della Cisl -. Quest’ultimo dato, in particolare, è in crescita rispetto ai mesi precedenti: a giugno era pari al 20,1 per cento. Ciò ed evidenzia come l’attenzione e la prevenzione nei luoghi di lavoro vada tenuta alta».
Tornando all’analisi dei dati, guardando ai casi registrati in Regione Lombardia l’età più colpita si trova nella fascia d’età che va dai 49 ai 64 anni, dove si trova l’83 per cento degli infortunati. Di questi, il 72 per cento sono donne. «In una fase come quella che stiamo affrontando – conclude Mazzola -, che vede l’aumento dei contagi, vanno rilanciati e applicati con ancora più determinazione nei luoghi di lavoro i protocolli anti-contagio definiti a livello nazionale e provinciale».