La denuncia dei sindacati

Da inizio anno ben sei aggressioni ad autisti di bus in Bergamasca: bisogna fare qualcosa

Cisl e Cgil riportano le testimonianze di diversi lavoratori, molti che operano sulle tratte dell'Isola. Le cause scatenanti dei diverbi sono quasi sempre due: il biglietto e il corretto utilizzo della mascherina

Da inizio anno ben sei aggressioni ad autisti di bus in Bergamasca: bisogna fare qualcosa
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I sindacati bergamaschi esprimono preoccupazione per la situazione sempre più allarmante che riguarda le aggressioni ai danni degli autisti di bus. Fit Cisl e Filt Cgil, infatti, spiegano che in poco più di un mese, nella sola zona dell’Isola, hanno registrato almeno sei casi di aggressione, verbale e fisica, nei confronti del conducente, con episodi che hanno preoccupato non poco anche gli utenti del mezzo, in servizio pubblico.

«Gli autisti ormai ci certificano l’inesorabile aumento dei casi di aggressione; molti sono denunciati, molti no - affermano Salvatore Pasquale della Cisl e Aniello Sudrio della Cgil -. Ormai si è arrivati al punto di iniziare un turno di lavoro e sperare di tornare a casa dalle proprie famiglie sani e salvi». I due sindacalisti sottolineano la necessità, ormai improrogabile, di «garantire maggiore sicurezza a tutti gli operatori del settore. Non è possibile nel 2021 che i conducenti dei mezzi pubblici siano costantemente minacciati, sia psicologicamente che fisicamente. C’è bisogno di una svolta! Ad esempio si potrebbe procedere alla chiusura del posto guida dei conducenti, in modo da rendere inaccessibile l’abitacolo e garantire la sicurezza di tutti i passeggeri».

A quanto pare, tutte le aggressioni hanno due comuni denominatori: il biglietto e l'utilizzo corretto della mascherina. Le “indagini” dei due sindacati di Bergamo partono il 14 gennaio: l’autista della tratta Calusco-Bonate denuncia che «alle ore 15.10, alla fermata di Bottanuco, sale un utente che, alla richiesta del biglietto, mi affronta muso a muso, strappando la catena di distanziamento e togliendosi la mascherina si mette a urlare a pochi centimetri dalla mia faccia»; sabato 16 gennaio, sulla linea da Calusco a Ponte san Pietro, «ricevo insulti, sputi e pugni sul vetro solo per aver chiesto il titolo di viaggio», racconta un altro autista.

Martedì 26 gennaio, la linea è quella tra Suisio e Calusco: «Un utente del mezzo, al quale era stato detto di alzare la mascherina su bocca e naso, inveendo con parole pesanti verso il conducente viene avanti e dà due strattoni al volante facendo sbandare il bus»; lunedì 1 febbraio, a Bonate Sopra, il personale in sostegno anti-assembramento viene spintonato da un ragazzo che vuole salire senza mascherina e senza titolo di viaggio. Il bus riparte con venti minuti di ritardo, dopo aver aspettato i controllori per verbalizzare. Infine, l’8 febbraio, sul percorso da Calusco a Solza: «Mentre la corsa sta ripartendo - racconta un autista -, arriva correndo fuori fermata un ragazzo che sputa sul vetro, non lascia ripartire il pullman, si mette alla porta e urla: "Scendi, ti ammazzo, io ti sparo!". Non contento, tira forti pugni al vetro, tanto che una signora, spaventata, sul bus chiede di andare via perché il marito porta il pacemaker e ha paura».

«Come in molti casi precedenti, l’autista denuncia il fatto alle forze dell'ordine e continua la corsa. In tutti i casi - concludono i due sindacalisti - l’azienda è stata avvisata, ma la cosa non ha prodotto alcun risultato. Un triste elenco che speriamo non debba allungarsi in futuro. Nel caso, non potendo accettare questa situazione, ci riserviamo di mettere in campo iniziative di denuncia e protesta».

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