Arcene

Donna minacciata con un coltello e poi perseguitata con messaggi indesiderati

L’aggressore è stato ricoverato in psichiatria e ha passato gli ultimi mesi in carcere. Ora il rito abbreviato

Donna minacciata con un coltello e poi perseguitata con messaggi indesiderati
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Potrebbe sembrare un incubo o la trama di un noir, ma non è nulla di tutto questo. È una storia reale quella di una donna, che, a inizio anno, venne aggredita in casa propria da un uomo. Il quarantacinquenne di Calcinate, avrebbe poi dichiarato di voler semplicemente abbracciare la donna, coetanea e moglie di un conoscente, della quale si era invaghito. Peccato che più che un abbraccio, quello dell’uomo aveva tutto l’aspetto di una presa mortale. Oggi, mercoledì 21 settembre, come riporta il Corriere Bergamo, i due torneranno a fronteggiarsi, questa volta in sede di tribunale a distanza di otto mesi.

Tutto è iniziato a metà gennaio, quando quando l’uomo si presentò alla porta di casa della vittima. L’accusa ha ricostruito così i fatti. Con la scusa di farsi prestare un accendino, il quarantacinquenne sarebbe riuscito a entrare in casa e avrebbe afferrato subito  un grosso coltello da cucina per poi scagliarsi sulla donna, immobilizzarla con un braccio al collo e tenerla sotto scacco, minacciando con l’arma. L’istinto della donna sarebbe stato quello di divincolarsi, urlare, resistere, fino all’arrivo dei famigliari. La figlia avrebbe colpito l’uomo con un barattolo di vetro. Tutto però non si è acquietato fino all’arrivo del marito, che sarebbe riuscito a immobilizzare l’uomo e liberare la moglie, tanto che all’arrivo delle forze dell’ordine l’uomo era bloccato a terra.

Diversa la ricostruzione dell’aggressore, che continua a parlare di abbraccio e sostiene che a porgergli il coltello sarebbe stata la donna stessa, gesto che avrebbe ben poco senso nel quadro generale. L’uomo, dopo la parapiglia, venne accompagnato in ospedale e ricoverato per alcuni giorni in Psichiatria.

Fino a questo punto, tanta paura, gesti inspiegabili, ma apparentemente la vicenda sembrava potesse chiudersi in modo meno grave di quanto sarebbe potuto effettivamente accadere. Eppure, per la donna ancora non c’è pace. Pochi giorni dopo, l’uomo ha iniziato a scriverle messaggi indesiderati, raccolti in presa diretta dai Carabinieri e consegnati in Procura, fino all’ordinanza del giudice per le indagini preliminari. Il 12 febbraio, a quasi un mese di distanza dall’incubo iniziale, il giudice ha prescritto il carcere per il quarantacinquenne. Alcolismo e precedenti, anche penali, per maltrattamenti in famiglia sono il passato dell’aggressore, che continua però a negare l’intenzione di uccidere la quarantacinquenne. Quando il pm ritiene che la prova sia evidente il giudizio diventa immediato e l’udienza preliminare viene saltata e così è stato scelto per questo caso. Nel mentre, l’avvocato Bosisio (subentrato alla collega d’ufficio Valeria Plati) per la difesa, ha ottenuto di procedere con rito abbreviato, che garantisce lo sconto di un terzo della pena.

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