Tamponi gratuiti, fuori dal Pacì Paciana letame e cartelli contro la «dittatura sanitaria»
Il centro sociale punta il dito contro le critiche e, dopo aver subito l'atto intimidatorio, chiede all'Ats di Bergamo se ha intenzione di dare il via libera all'iniziativa oppure negarla
Davanti all’ingresso del Pacì Paciana una montagna di letame. Sopra, a fare bella mostra di sé, un maxi-tampone per la diagnosi del Covid, riportante l’indicazione «positivo», e due cartelli con scritto: «Complici della dittatura sanitaria» e «… E non dite che sono stati i fasci!!!».
Tra le persone che frequentano il centro sociale, che nei giorni scorsi aveva pubblicizzato i “tamponi sospesi”, ossia tamponi rapidi gratuiti a disposizione delle persone indigenti, il sospetto che però dietro agli atti intimidatori ci siano gruppi ricollegabili alla destra è comunque sorto.
«Ci sono due anime che hanno preso voce in città questa settimana – evidenzia il collettivo, ricollegandosi al botta e risposta che ha tenuto banco negli ultimi giorni -. Da una parte i cittadini che si organizzano dal basso per offrire alla comunità uno screening gratuito sul Covid e dall’altra parte chi ha voluto mettere a tutti i costi i bastoni tra le ruote all’iniziativa, tra cui la Lega che legittima e fomenta azioni come quella di stamattina».
A questo vandalismo «l’Ats di Bergamo cosa risponde?», si domanda il collettivo? Dal canto loro, la risposta è netta e semplice: «A questo clima di odio risponderemo a tono, pretendendo il via libera per i tamponi gratuiti. Dateci il via libera per allestire l’unità mobile».
«Il problema in questa città – concludono dal Pacì Paciana - è chi nega l’esistenza del Covid, il clima d’odio che generano le forze di destra come la Lega e chi non riconosce che la dittatura sanitaria si esprime nell’accessibilità alle strumentazioni sanitarie per la prevenzione e la cura. Nel difficile quadro sanitario in cui ancora versa il Paese, dopo quello che abbiamo pagato nella bergamasca, pretendiamo tamponi gratuiti».