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Fatture inesistenti e autoriciclaggio: tre in carcere e due agli arresti domiciliari

I cinque sono stati arrestati dalla Finanza di Modena con il supporto dei militari di Bergamo, Brescia e Verona. Sequestrati 7 milioni

Fatture inesistenti e autoriciclaggio: tre in carcere e due agli arresti domiciliari
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Emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione di imposte e autoriciclaggio. Sono queste le accuse nei confronti di tre persone finite in carcere e di altre due agli arresti domiciliari, arrestati questa mattina (mercoledì 9 giugno) dalla Guardia di Finanza di Modena, con il supporto dei militari di Bergamo, Brescia e Verona.

Si tratta di quattro uomini e una donna, tutti italiani, tra cui un professionista, residenti in provincia di Bergamo, che risultano indagati insieme ad altri cinque individui. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, questi grazie a tre società formalmente operanti nel settore edile (due con sede a Modena e una a Brescia) assumevano, ma solo sulla carta, il personale e utilizzavano le società come centri per l’imputazione di tasse, oneri fiscali, contributivi, previdenziali ed assistenziali.

Inoltre, avrebbero fatto ricorso a crediti inesistenti creati ad hoc grazie all’utilizzo sistematico di fatture false. Così facendo, oltre a vantaggi fiscali, i cinque riuscivano a ottenere anche il rilascio del Durc, abbattendo i costi di gestione dell'impresa e offrendo così ai committenti la manodopera a prezzi concorrenziali.

Grazie a indagini bancarie, pedinamenti, l’utilizzo di sistemi di rilevazione satellitare Gps, appostamenti e intercettazioni è stato possibile ricostruire che a fronte degli accreditamenti finanziari sui conti delle società strumento, venivano disposti bonifici in favore di conti correnti ungheresi, romeni e croati, intestati a soggetti economici stranieri con causali commerciali riferite a operazioni inesistenti. Un giro che consentiva al denaro di uscire e rientrare in Italia in contanti nelle mani degli indagati.

Oltre all’esecuzione delle misure di custodia cautelare, sempre oggi sono state eseguite diverse perquisizioni e sequestrati circa 7 milioni di euro, una somma pari alle imposte evase.

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