Fontana ha parlato della mancata zona rossa in Procura a Bergamo. Accolto tra le contestazioni
Schierati agenti di Polizia in tenuta antisommossa. Il sit-in di manifestanti contesta il governatore: «Vergognati! Dimettiti». Critiche rivolte anche a Confindustria. Il governatore ha risposto ai magistrati e ha spiegato come dovesse decidere il Governo su Alzano e Nembro
«Fontana, Bergamo non dimentica. M***a». È lo striscione esibito da una quindicina di manifestanti questa mattina (venerdì 29 maggio) davanti al palazzo della procura dove, intorno alle 9.30, il presidente regionale Attilio Fontana è stato sentito dai magistrati come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid in Lombardia.
Il presidente di Regione è entrato in procura da un ingresso laterale senza rilasciare alcuna dichiarazione ai cronisti, tenuti a distanza da alcune transenne. Terminata l’audizione con i magistrati, intorno alle 12.30, è ripartito alla volta di Milano. Il governatore avrebbe ribadito ai pm che la decisione in merito all’istituzione di una zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro era di competenza del Governo, visto che nella nostra provincia era già stato inviato l’Esercito. Inoltre, avrebbe negato di aver ricevuto pressioni in tal senso dagli imprenditori.
Il palazzo di piazza Dante è stato presidiato dalle forze dell’ordine e da agenti di Polizia in tenuta antisommossa che hanno tenuto a distanza il sit-in di contestatori, che hanno apostrofato Fontana gridandogli «dimettiti» e «vergognati». Svariate critiche sono state rivolte dai protestanti anche a Confindustria e agli imprenditori.
Dopo che questa mattina il leader della Lega Matteo Salvini aveva preso le difese del governatore definendo «indegno convocare Fontana in procura», nel pomeriggio sono arrivate anche le prese di posizione di Giovanni Malanchini, consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e di Roberto Anelli, capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale.
«Questi atteggiamenti non rappresentano i bergamaschi – ha dichiarato Malanchini riferendosi ai manifestanti -. Siamo i primi a volere la massima chiarezza e trasparenza. Certe esternazioni sono offensive, soprattutto se rivolte ad una persona come Attilio Fontana, che si è sempre fatto carico delle responsabilità di governo. Bergamo è quella rappresentata dal volontariato, dai lavoratori che sono pronti a ripartire, dagli alpini che, in occasione della presenza di Fontana a Bergamo per il saluto al contingente militare russo, hanno atteso il nostro Presidente, lo hanno salutato con affetto e gli hanno rinnovato l'invito a tornare a Bergamo a mangiare i casoncelli nella loro sede, quando sarà possibile. Questa è Bergamo, una provincia che ha sempre conservato una grande dignità, che sa riconoscere il lavoro di tutti, che ripudia l'odio e chi lo fomenta».
«Hanno cercato di farsi passare per semplici cittadini, ma è evidente che la contestazione di stamattina davanti alla procura di Bergamo è stata una manifestazione organizzata e orchestrata dalla sinistra – chiosa Anelli -. Prosegue la campagna denigratoria a base di insulti e di minacce, che da settimane ha come vittima il nostro governatore, che per questi motivi è costretto purtroppo a girare con la scorta, assegnatagli dalla prefettura di Varese. Un clima d’odio e di intolleranza, costruito giorno dopo giorno attraverso notizie false e attacchi senza fondamento alla Regione Lombardia e il suo presidente, per motivi esclusivamente di ordine politico. Esprimo la mia piena solidarietà e di tutto il gruppo regionale della Lega ad Attilio Fontana, con l’auspicio che questo clima pericoloso e anti democratico finisca al più presto».