In Italia sono già 1,8 milioni

Fra 50 anni saremo tutti vegani (Poi però torneremo alle costine)

Fra 50 anni saremo tutti vegani (Poi però torneremo alle costine)
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Saremo tutti vegani. Lo dice anche la Bbc che ha pubblicato online un “mockumentary”, vale a dire un documentario dai toni parodistici, che sta diventando un vero cult. Il titolo è un po’ horror The Carnage (la carneficina), ma rende bene la tesi: continuando a mangiare carne siamo destinato a distruggere la terra. Per cui nel 2067 saremo tutti vegani, se non per convinzione certamente per necessità di sopravvivenza. Infatti, tra i tanti dati presentati in modo esilarante e insieme un po’ terroristico dal film della Bbc, c’è anche quello certificato Onu secondo cui gli allevamenti che garantiscono l’alimentazione a base di carne sono responsabili del 14,5 per cento delle emissioni di gas nocivi nell'atmosfera. Un dato a cui va ad aggiungersi l’altro reso noto dall'Università di Oxford: se oggi smettessimo di nutrirci di carne, pesce e derivati le emissioni alimentari, responsabili di un quarto del gas serra, si ridurrebbero del 70 per cento entro il 2050.

 

 

Insomma è un vero accerchiamento psicologico, che sta trasformando quella che a tanti sembra un’alimentazione punitiva in una cosa estremamente trendy, come dimostrato dalle star del cinema e dello sport che per immagine o per convinzione hanno reso pubblico il loro cambio radicale di menù. Quanto all'Italia secondo un sondaggio di Eurispes i vegani sarebbero già 1,8 milioni di persone, vale a dire il 3 per cento della popolazione, mentre quelli che non consumano né carne né pesce (cioè semplicemente vegetariani) sarebbero 4,2 milioni, facendo dell’Italia il paese più avanzato in Europa. Com'è noto, mentre i vegetariani si limitano a non mangiare né carne né pesce, i vegani si astengono da tutti i cibi che contengono prodotti di derivazione animale, quindi anche latte, formaggi, uova e miele. Alla domanda dei ricercatori Eurispes sulle ragioni della loro scelta, il 47 per cento ha risposto che è dettata da motivi di salute e benessere, il 30 per cento per ragioni etiche e di rispetto degli animali, il 12 per cento per la tutela dell’Ambiente.

 

 

Ovviamente il mercato si sta rapidamente orientando verso questo cambiamento impetuoso di stili di vita. I maligni paventano che in realtà siano stili di vita se non indotti pesantemente, incoraggiati dal mercato che ha fiutato possibilità di grandi business (non a caso il 42 per cento dei vegani americani ha ammesso di esserlo diventato dopo aver visto un film dedicato al tema). Bill Gates ancora una volta si è fatto trovare in prima fila, partecipando alla start up Impossible Food che vende grandi burger prodotti solo con elementi vegetali. Con effetto cinematografico però dai burger cola un filo di finto sangue... Un modo per aiutare nella transizione alimentare chi ha un’invincibile nostalgia della carne. Le proteine alternative sono state definite da Alfabet, la grande società a cui fa capo anche Google, come uno dei grandi business del prossimo futuro.

Comunque anche Bill Gates deve agire con circospezione: un’indagine fatta recentemente in America ha rivelato che non si è vegani per sempre. Anzi, a volte per poco. L’84 per cento degli intervistati vegani o vegetariani ha infatti confessato di essere tornato onnivoro...

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