Frana sul monte Saresano, anche la Procura vuole vederci chiaro: aperto un fascicolo esplorativo
Fascicolo senza indagati nè ipotesi di reato. I magistrati per il momento vogliono capire i rischi connessi alla frana e i piani d'intervento
Al momento il fascicolo resta senza ipotesi di reato e indagati, puramente esplorativo, ma anche la Procura di Bergamo vuole vederci chiaro in merito ai movimenti che hanno scosso la terra del monte Saresano, sopra Tavernola Bergamasca.
Nei giorni scorsi i carabinieri del Noe di Brescia hanno acquisito documenti sia in municipio a Tavernola, sia nel cementificio Italsacci. L’attenzione è rivolta a conoscere i rischi della frana e i piani per la sicurezza aziendale e più in generale d’intervento, ma in futuro le indagini potrebbero allargarsi toccando anche le eventuali cause dello smottamento.
Gli inquirenti sono quindi entrati in possesso anche dei monitoraggi finanziati da Regione Lombardia tra cui quello commissionato al geologo Nicola Casagli dell’Università di Firenze e del dipartimento nazionale di Protezione civile, ma anche degli studi eseguiti dall’Università Bicocca e dal Politecnico di Milano.
I movimenti franosi, di carattere naturale, sono attivi dagli anni ’70. Più volte però, soprattutto nell’ultimo periodo, i comitati cittadini e associazioni come Legambiente, oltre a denunciare la pericolosità per l'ambiente rappresentata dallo stabilimento Italsacci, hanno insinuato il dubbio che all’accelerazione della frana abbia contribuito l’attività estrattiva della miniera.