Gori difende il 5G e rilancia: «Con questa tecnologia avremmo gestito meglio il virus»
Il primo cittadino ha partecipato a una conferenza streaming sull'argomento e ha sottolineato la sua posizione favorevole alla sperimentazione, nonostante la posizione contraria di alcuni cittadini

Nonostante le critiche e i dubbi di molti, il sindaco Giorgio Gori non si è mai nascosto: crede fortemente nel 5G e nei possibili vantaggi che potrebbe portare al territorio. Tant'è che ne ha sempre sostenuto la sperimentazione e l'implementazione, sia nel suo programma elettorale presentato alle ultime comunali poi vinte, sia nel "position paper" redatto un mese fa per progettare il rilancio di Bergamo dopo il dramma del Covid.
In occasione di una conferenza streaming andata in scena ieri (24 giugno) e organizzata da Bergamo Smart City, incentrata proprio sul 5G, Gori ha detto: «Se avessimo avuto questa tecnologia già operativa, forse avremmo gestito meglio le prime fasi dell’emergenza coronavirus, evitando che le condizioni di molte persone si aggravassero fino a perdere la vita». Una posizione molto chiara, che stride con le polemiche nate in città appena qualche settimana fa, quando un gruppo di cittadini fortemente contrari al 5G hanno accusato il Comune di voler svendere la città agli interessi privati di chi lucra su questa tecnologia. «Bisogna rispettare le paure dei cittadini - ha commentato il sindaco -, ma questo significa proporre testimonianze e pareri autorevoli per smontare i luoghi comuni, non fermare la sperimentazione».
All'evento ha partecipato anche l'assessore all'Innovazione Giacomo Angeloni, che ha spiegato che Palazzo Frizzoni sta elaborando un piano, che sarà pronto entro fine anno, per studiare l'ubicazione delle antenne 5G in città. Antenne che, secondo qualcuno e secondo molte fake news che circolano per la rete, sarebbero dannose per la salute delle persone. Il 5G avrebbe addirittura favorito il dilagare del coronavirus. Una tesi smontata da un altro partecipante alla conferenza streaming, il professor Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica ed Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano: «Le onde radio non trasportano i virus. La lezione che dovremmo imparare, semmai, è che non abbiamo investito in un piano per gestire una pandemia che prima o poi sarebbe arrivata».