Cose da sapere

I buoni spesa a Bergamo: come richiederli, a chi sono destinati e come utilizzarli

In una conferenza stampa via Skype, il sindaco Gori e l'assessore Messina hanno spiegato come Palazzo Frizzoni ha organizzato la distribuzione dei soldi messi a disposizione dei Comuni dal Governo

I buoni spesa a Bergamo: come richiederli, a chi sono destinati e come utilizzarli
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In una conferenza stampa via Skype tenuta nel primo pomeriggio di martedì 31 marzo, l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo, Marcella Messina, e il sindaco Giorgio Gori hanno spiegato meglio come Palazzo Frizzoni gestirà il servizio dei cosiddetti "buoni spesa" previsti dal Governo per sostenere le persone e le famiglie in maggiori difficoltà economiche a causa dell'emergenza sanitaria che il Paese sta vivendo.

Informazioni generali e utili. Dei 400 milioni di euro complessivi stanziati da Roma ai singoli Comuni, Bergamo ne ha riceverà circa 640mila (la suddivisione tra tutti i Comuni è stata effettuata secondo due parametri: il numero di abitanti e il coefficiente di reddito medio della popolazione). I soldi non sono ancora arrivati, ma il Comune di Bergamo s'è già attivato con la predisposizione di due numeri di telefono attivi sin da oggi e un terzo a partire da domani, 1 aprile, così da poter subito vagliare le richieste e consegnare i primi buoni.

I numeri di telefono da chiamare per presentare richiesta sono (da lunedì a venerdì ore 9-12.30 e martedì 14-16.30):

  • 035399826
  • 035399910
  • 035399878 (attivo dall'1 aprile)

Per tutte le info riguardanti il valore dei singoli buoni e i requisiti di accesso, leggete QUI.

«Si tratta di una misura sulla cui attuazione il Governo ha lasciato piena libertà ai singoli Comuni - ha spiegato Gori -. Noi ci siamo fatti trovare pronti. Precisiamo che questi 640mila euro circa andranno a coprire un arco temporale di tre settimane, più o meno, perché poi, dal 20 di aprile circa, arriveranno altri soldi grazie al decreto "Cura Italia", che prevede il bonus per i lavoratori autonomi e la cassa integrazione per i dipendenti».

Come funziona il servizio a Bergamo. L'assessore Messina ha invece fatto il punto della situazione e spiegato come Palazzo Frizzoni ha organizzato il lavoro: «Da stamattina abbiamo già ricevuto circa 500 telefonate, da qui la decisione di attivare una terza linea telefonica dedicata. Giustamente le persone, dato il momento di emergenza eccezionale, chiedono risposte il quanto più veloci possibili e noi stiamo cercando di farlo. Chi chiama, presenta telefonicamente la propria richiesta e poi viene girata a un altro operatore che compilerà una sorta di rapida scheda (dati della persona, situazione in cui si trova). A quel punto si passerà alla valutazione della richiesta e all'erogazione della misura».

Cosa sono, in concreto, i buoni spesa. «Le linee di intervento da noi scelte sono di tre tipi - ha continuato Messina -: l'acquisto diretto da parte del Comune di buoni spesa prepagati con alcune catene (Carrefour, Auchan, Esselunga, Coop e Despar); convenzione con la società Eden Red per l'emissione di ticket restaurant; la predisposizione, grazie a un accordo con Ubi, di assegni prepagati di taglio medio o piccolo da utilizzare negli esercizi commerciali della città. Non solo: prevediamo anche una sorta di "paniere della solidarietà", ovvero il Comune stesso che acquista alcuni beni alimentari e li distribuisce a chi ha più bisogno. Questa dei buoni spesa è una misura che si aggiunge a quelle già messe in atto da noi, che fino a oggi abbiamo già ricevuto circa 1.100 chiamate a cui stiamo rispondendo attraverso l'attivazione dei volontari, ormai giunti a ben 750 persone. Questi sono disponibili anche nel servizio per i buoni spesa: data l'indicazione di restare quanto più possibile al proprio domicilio, i nostri volontari si rendono disponibili a fare loro la spesa alle persone o alle famiglie».

Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo

A quali soggetti è rivolta la misura. Stando alle parole dell'assessore, sono due le "tipologie" di persone che già hanno avanzato richiesta: «da un lato persone già note ai servizi sociali, per le quali il vaglio della domanda è stato quindi molto rapido; dall'altro lato, invece, hanno telefonato diverse persone vittime della nuova povertà causata dall'emergenza Covid. Finora hanno chiamato moltissime Partite Iva, ad esempio. Io stessa, stamattina, ho preso la prima chiamata e riguardava proprio un lavoratore autonomo in grande difficoltà non avendo ancora avuto accesso neppure ai seicento euro promessi dal Governo».

Ovviamente, data la situazione particolare che si sta purtroppo vivendo, non è semplice l'analisi delle domande pervenute. «Abbiamo prediletto la rapidità di risposta - spiega Messina -, anche grazie ad alcuni controlli incrociati con altre realtà del territorio, come la Provincia. Non chiediamo l'Isee, ad esempio, anche perché è un documento che non può fotografare la situazione attuale, che può essere di grande difficoltà per qualcuno che invece, nella normalità, non ha problemi particolari. Per questo ci aspettavamo anche tante richieste». Gori ha invece aggiunto: «Se la gente sente il premier dire che arriveranno aiuti, comprensibilmente li vuole subito. Per questo ci siamo attivati immediatamente senza attendere che Roma erogasse già i soldi».

Gori oltre le polemiche. In chiusura, il sindaco ha anche risposto a una domanda sulle polemiche, sollevate da diversi sui colleghi del territorio, relative al fatto che ai Comuni del Sud, sebbene meno colpiti dall'emergenza sanitaria, siano andati più soldi. «Personalmente, con l'Anci (che poi è la realtà che ha concretamente trattato con il Governo) ho fatto presente che sarebbe stato giusto prevedere un'attenzione particolare per i territori più colpiti dal Coronavirus, ovvero le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza. Nell'immediatezza ha invece prevalso un criterio "razionale", diciamo: questi soldi servono per le persone povere e quindi diamone di più dove crediamo che ci siano più problemi economici. Ha senso. Noi non abbiamo visto persone sotto Palazzo Frizzoni protestare perché non avevano i soldi per comprarsi da mangiare come invece successo ad alcuni colleghi del Sud. Va anche detto, però, che i bergamaschi difficilmente arrivano a comportamenti di questo tipo, non è nella nostra indole. Aggiungo però che credo sia ben chiaro, sia al Governo che all'Anci, che ci sono delle aree del Paese maggiormente colpite e che hanno bisogno di interventi speciali. Credo quindi che nel prossimo decreto ci sarà un'attenzione particolare per queste zone».

I numeri di telefono (di nuovo). Infine, una nota simpatica: a causa dell'errata pubblicazione da parte de L'Eco di Bergamo di uno dei numeri di telefono attivati dal Comune di Bergamo, molta gente ha telefonato all'onorevole Umberto Buratti, il quale ha contattato il collega Maurizio Martina per fare presente la cosa. Ricordiamo, dunque, che i numeri di telefono da chiamare per avanzare richiesta di accesso ai buoni spesa sono: 035399826, 035399910 e 035399878 (quest'ultimo da domani, 1 aprile).

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