Pellicola controversa

Il film su Yara fa già discutere, l'avvocato di Bossetti parla di «gravi inesattezze»

Claudio Salvagni, a Telelombardia, ha detto che celebrerebbe troppo il lavoro del pm, mettendo in secondo piano la storia della vittima

Il film su Yara fa già discutere, l'avvocato di Bossetti parla di «gravi inesattezze»
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Proiettato nelle sale cinematografiche per pochi giorni, dal 18 al 20 ottobre, e non ancora sbarcato sulla piattaforma Netflix (verrà diffuso in streaming dal 5 novembre) il film di Marco Tullio Giordana sulla tragica storia di Yara Gambirasio fa già discutere.

A parlarne durante la trasmissione Iceberg, in onda sul canale Telelombardia, è stato Claudio Salvagni, avvocato di Massimo Bossetti, muratore di Mapello condannato all’ergastolo per la morte della tredicenne il quale però, in tutti questi anni, ha sempre dichiarato la propria innocenza.

Salvagni ha parlato di «gravi inesattezze», in una pellicola che secondo il suo parere celebrerebbe in modo eccessivo l’attività del pubblico ministero Letizia Ruggeri, interpretata dall’attrice Isabella Ragonese, mettendo in secondo piano la vicenda della vittima.

Yara, 13 anni, scomparve a novembre del 2010 dopo essere uscita dal centro sportivo di Brembate Sopra, al termine degli allenamenti di ginnastica ritmica. Fu ritrovata senza vita tre mesi più tardi in un campo di Chignolo d’Isola.

Durante la produzione del film, inoltre, la difesa di Bossetti non sarebbe stata mai interpellata, rendendo così il punto di vista della pellicola meno oggettivo. Claudio Salvagni ha anche fatto sapere di aver incontrato pochi giorni fa in carcere Massimo Bossetti, che è ancora in attesa di conoscere la data dell’udienza che possa autorizzare un nuovo l’analisi dei reperti trovati durante le indagini.

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