Il presunto fidanzato di Carol Maltesi: «Lei voleva venire a vivere con me a Praga»
Salvatore Galdo, in un'intervista a "Fuori dal Coro", ha raccontato la sua versione dei fatti e quel che sa sull'assassino, Davide Fontana
Dopo la risoluzione del mistero di Borno, con l’identificazione del cadavere e l’arresto del reo confesso omicida Davide Fontana, spunta adesso la testimonianza di Salvatore Galdo, pornoattore trentenne originario di Pescara. Il giovane ha affermato di essere il fidanzato di Carol Maltesi e ha rilasciato una serie di dichiarazioni nel corso di un’intervista andata in onda ieri (martedì 5 aprile) a Fuori dal Coro, trasmissione di Rete4 condotta da Mario Giordano.
La versione di Galdo
«Carol non doveva fare alcun video sadomaso quella mattina con Davide, non faceva video di quel genere. Ne sono sicuro perché lei mi diceva tutto, ci amavamo e facevamo lo stesso lavoro, quindi non avevamo segreti. Tra la sera del 10 gennaio e la mattina presto dell’11, prima che morisse, ci siamo scritti e parlati più volte». Galdo ha poi detto: «Lui (Fontana, ndr) dopo che l’ha uccisa mi ha scritto, fingendosi lei e dicendo all’improvviso che mi lasciava perché io ero geloso, ma poche ore prima io e Carol ci eravamo scritti e messaggiati. Dovevamo partire insieme il 15 gennaio per la Francia e lei si sarebbe dovuta trasferire qui da me, a Praga, perché aveva deciso di lasciare la casa a Rescaldina e di prendere una casa in affitto a Verona per stare con il figlio, che vedeva una settimana al mese e di trasferirsi da me gli altri giorni».
«Lei già una volta aveva trovato una casa a Verona e lui le ha impedito di trasferirsi. Di certo non gli interessava che lei avesse bisogno di stare con suo figlio, non gliene fregava niente. Gli interessava solo tenerla stretta a sé. Ha approfittato delle insicurezze di Carol, che era una persona buona, una persona di cuore - ha continuato Galdo nell’intervista -. Ci siamo visti una volta insieme a Davide, ma a me fin da subito non è mai piaciuto. Io ho provato a salvarla, ho provato a dirle che questo Davide diceva che le era amico ma che non era vero, perché voleva altro. Faceva finta pur di starle sempre attaccato e si era inventato ultimamente l’esistenza di una fantomatica fidanzata, che però nessuno ha mai visto né sentito».
La telefonata all'amica di Carol
Fontana aveva le password dei profili social di Carol perché lei non aveva voglia di seguire questo aspetto del suo lavoro e due giorni prima di andare a confessare dai Carabinieri avrebbe cancellato tutti i post su Instagram dove c’erano i suoi video, perché non voleva si sapesse che non faceva filmati violenti oppure legata.
Galdo ha poi affermato di avere anche ricevuto una chiamata dal profilo della ragazza, ma di non essere riuscito a rispondere in tempo. Aveva cercato di richiamarla più volte finché, disperato, aveva scritto a Davide implorandolo di farlo contattare dalla donna: «Dorme sempre», era stata la risposta.
Infine, il trentenne ha rivelato un ultimo, inquietante episodio: il giorno in cui Fontana si è presentato ai Carabinieri, probabilmente impaurito dal fatto che erano state diffuse le descrizioni dei tatuaggi sul corpo di Carol e che dunque qualcuno avrebbe potuto riconoscerla, aveva chiamato un’amica intima della vittima chiedendole di incontrarsi. Non si sa bene per quale motivo, disse solo che si trattava di Carol. «Forse voleva uccidere anche lei perché era l’unica, oltre a me che però ero lontano e dunque non sapevo del ritrovamento, che avrebbe potuto riconoscerla dai tatuaggi - ha affermato Galdo -. Per fortuna lei mi ha chiamato subito, senza che Davide lo sapesse, e appena mi ha raccontato quello che stava succedendo e del ritrovamento dei pezzi di corpo coi tatuaggi che aveva Carol, io le ho detto di andare dai carabinieri e di non andare assolutamente a casa di Davide».