L'interrogazione della Lega

Il questionario shock sui marocchini fatto al Fantoni di Clusone arriva in Parlamento

Il questionario shock sui marocchini fatto al Fantoni di Clusone arriva in Parlamento
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La vicenda del questionario choc all'Istituto Fantoni di Clusone è arrivata anche in Parlamento. L'interrogazione parlamentare al Ministero dell'Istruzione è firmata da Alberto Ribolla, Daniele Belotti, Luca Toccalini e Rebecca Frassini, tutti e quattro deputati della Lega: «Nell’Istituto Fantoni di Clusone - si legge nel testo dell'interrogazione -, durante un’esercitazione in classe è stato sottoposto agli studenti del liceo economico e sociale un questionario con domande a dir poco tendenziose, all’insegna degli stereotipi, con al centro i marocchini; la vicenda lascia del tutto sbigottiti anche perché non si capisce quale sia lo scopo di una simile operazione che non può definirsi normale routine di classe».

Il questionario, reso pubblico da un'inchiesta de Il Giornale, entrato in possesso dei documenti in seguito a una segnalazione di Max Bastoni, consigliere comunale leghista di Clusone, che era venuto a conoscenza dei fatti dopo che una studentessa di 15 anni aveva mostrato il questionario ai genitori, riportava dei quesiti a dir poco ambigui, che andavano a riguardare addirittura la sfera sessuale dei ragazzi («Saresti disposto ad avere un rapporto sessuale con un marocchino?») e riprendevano alcuni stereotipi da bar («Pensi che la criminalità è aumentata in corrispondenza all’aumento di marocchini nel nostro Paese?») per poi continuare in una serie agghiacciante di domande simili.

Nell'interrogazione si legge poi: «Il questionario sembra avere uno scopo ben preciso; sembra, infatti, confezionato ad arte per “schedare” gli studenti che non sono allineati con il pensiero di chi ha pensato tale operazione; è ora di finirla con questo uso strumentale della scuola pubblica, che dovrebbe essere luogo di apprendimento e non di indottrinamento ideologico».

La dirigente scolastica dell'istituto Fantoni, Annalisa Bonazzi, ha dichiarato in merito di non essere stata messa a conoscenza dell'attività "didattica" del docente: «Non ne sapevo nulla: sto compiendo tutte le verifiche del caso: il mio dovere è fare approfondimenti in merito per saperne di più».

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