Il vero problema del ritorno a scuola? I bus! Il 40% degli studenti non ha il pullman
Mentre gli istituti scolastici hanno investito per rispettare le regole di distanziamento, l'incertezza sui trasporti non permette, al momento, agli autobus di portare i ragazzi a scuola. «Serve una deroga, altrimenti didattica a distanza»

di Andrea Rossetti
«Noi è da maggio che dialoghiamo e ci confrontiamo con gli istituti della Bergamasca. Facciamo piani, studiamo strategie. Ma la verità è che, a oggi, ancora non sappiamo come dovremo comportarci il 14 settembre». In queste parole di Emilio Grassi, direttore dell’Agenzia per il Trasporto pubblico locale di Bergamo, c’è, bello evidente, il paradosso che stanno vivendo gli studenti bergamaschi. I quali a scuola potranno andarci, ma non si sa come e se ci riusciranno. A sedici giorni dal suono della prima campanella dell’anno scolastico 2020/2021, infatti, il Governo non ha ancora fornito delle linee guida certe, lasciando nell’incertezza sia l’intero settore del trasporto pubblico locale su ruote, sia i suoi utenti.
A dire il vero, attualmente delle regole da seguire ci sarebbero: sono quelle fissate dal Dpcm emanato il 7 agosto scorso. Queste, però, saranno valide fino al 10 settembre. Poi, il vuoto. Anzi, un vero e proprio horror vacui per chi, come Grassi, si trova costretto a districarsi tra emergenza sanitaria, problematiche concrete e conti in profondo rosso. «Lo dico chiaramente: la salute pubblica viene prima di tutto e noi ci adatteremo - ci tiene a precisare il direttore dell’Agenzia -. Così come, al momento, non guardiamo certo alle questioni economiche. Ci sono prima altre priorità. Il tempo però stringe».
In concreto, la questione è molto semplice: le scuole hanno fatto tutto il possibile (in diversi casi anche investimenti di un certo rilievo) per riuscire a soddisfare le richieste del Ministero e permettere la didattica in presenza, ma con le regole attuali, quelle del Dpcm del 7 agosto per l’appunto, il trasporto pubblico locale non sarà in grado di portare i ragazzi a scuola. «Non c’è coerenza tra le norme che dicono come gli studenti dovranno andare a scuola e quelle che regolano il loro trasporto - sottolinea Grassi -. Stando alle ultime informazioni che abbiamo ricevuto dagli istituti, quasi il novanta per cento degli studenti bergamaschi potrà fare didattica in presenza. Ma se noi potremo riempire i mezzi soltanto al cinquanta, massimo sessanta per cento, i conti sono presto fatti... Al momento, quindi, il quaranta per cento degli studenti bergamaschi dovrebbero fare didattica a distanza». Una situazione che...