Inchiesta Covid, archiviato anche l'ultimo filone (quello sull'ospedale di Alzano Lombardo)
La Procura di Bergamo ha spiegato di non potere fare altro per "colpa" della riforma Cartabia. Erano indagati Giupponi, Locati, Cosentina e Marzulli

Foto in apertura Valseriana News
Si è chiuso ieri (mercoledì 4 dicembre) anche l'ultimo filone bergamasco della cosiddetta inchiesta Covid, con il gip Vito Di Vita che ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura di Bergamo.
Le indagini sull'ospedale di Alzano
Il procedimento riguardava i fatti avvenuti all'ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano il 23 febbraio 2020, quando si registrarono i primi pazienti positivi della nostra provincia. In particolare, il focus di piazza Dante s'era concentrato sulla gestione delle ore immediatamente successive all'individuazione dei primi contagiati, con l'ospedale che venne prima chiuso e poi presto riaperto, mettendo in luce grande confusione nelle procedure e nella gestione della situazione emergenziale.
Gli indagati erano quattro: Massimo Giupponi, direttore generale Ats Bergamo; l’allora direttore dell’Asst Bergamo Est (ogi alla guida dell’Asst Papa Giovanni), Francesco Locati; l’allora direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est, Roberto Cosentina (adesso in pensione); l’ex direttore medico del Presidio 2 (cioè degli ospedali di Alzano e Gazzaniga), Giuseppe Marzulli, anche lui oggi in pensione.
L'accusa di epidemia colposa
I reati contestati - a vario titolo - ai soggetti citati erano l'epidemia colposa, le lesioni colpose nei confronti di 33 operatori sanitari del presidio, la morte di un medico e di un impiegato della struttura sanitaria di Alzano, contagiati dal Covid, il falso ideologico per aver comunicato tramite documenti e mail fatti diversi dalla realtà e il rifiuto d'atti di ufficio per non aver adottato tempestivamente misure atte a contenere l'epidemia.
Il motivo della richiesta di archiviazione
A spiegare il motivo per cui la Procura di Bergamo ha chiesto l'archiviazione del procedimento è stata la procuratrice aggiunta Maria Cristina Rota, a capo del pool di pm che ha seguito il caso. La recente "riforma Cartabia" ha introdotto una prognosi sull’esito di un eventuale processo: i magistrati, dunque, devono valutare quale potrebbe verosimilmente essere il giudizio finale del Tribunale, prendendo atto anche dei precedenti. In questo caso, un precedente fresco c'era, ovvero l'archiviazione nell'estate del 2023 degli altri due filoni di indagine che vedevano indagati anche l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro Roberto Speranza.
In quei casi, il Tribunale dei Ministri spiegò che non era configurabile il reato di epidemia colposa per condotte omissive (cioè per non aver fatto qualcosa). Per questo, pur contestando questa valutazione, la Procura di Bergamo s'è vista costretta a chiedere l'archiviazione anche di quest'ultimo filone di indagine. «Non appare ragionevolmente prevedibile la condanna degli indagati», ha scritto Rota. Una posizione poi condivisa dal gip Di Vita.
Meglio non dica nulla per non cadere nella blasfemia.
Comunque la pensiate politicamente, siamo stati sterminati dall'incompetenza e dalla noncuranza di chi dovrebbe proteggerci. E noi da bravo popolino siamo qua ad ammirare lo scempio e rivotare sempre gli stessi
Quindi anche quel gruppo di aziende della val Seriana che ha fatto pressione per evitare la zona rossa per consegnare un prototipo di scafo per un team italiano per una famosissima competizione internazionale marittima l'hanno scampata anche questa volta con le mani sporche di sangue! (Ndr non faccio nomi solo per evitare conseguenze legali) La colpa è stata tutta di Atalanta-Valencia è vero, colpa mia e della mia memoria che perde colpi! Assurdo e vergognoso!
Nessuna condanna per nessuno, ma la gente non dimenticherà come sono andate le cose e tutti gli scaricabarili che son costati vite, a tutela del Dio Denaro.